Water Hash: i consigli che nessuno ti dà - DolceVita

2022-08-26 08:37:02 By : Mr. Vincent Brush

Come suggerisce il nome, per fare il water hash si utilizza acqua con ghiaccio: il freddo separa la resina dalla parte vegetale e l’acqua la trasporta letteralmente attraverso delle sacche apposite dotate di maglie sottili atte al filtraggio. È dunque un’estrazione solventless, ovvero che non prevede l’utilizzo di gas, bombole o fiamme e quindi è anche sicura e fattibile in casa.

Senza soffermarci troppo sul procedimento in sé, sul quale si trovano già molte informazioni online, concentriamoci sulle piccole cose che fanno la differenza e che spesso non vengono menzionate.

Per prima cosa scegliamo genetiche con una buona resina, stabili, con tricomi grossi e tagliamo le piante quando questi ultimi sono all’apice del loro sviluppo (color trasparente/latteo) e mai quando sono già ambrati o in avanzato stato di degradazione. 

Scegliere una stanza che sia prima di tutto dotata di condizionatore e chiaramente pulita. Il condizionatore d’aria è fondamentale per poter lavorare con una temperatura che non superi i 15°, sembra un dettaglio da pignoli ma da qui parte la cosiddetta “catena del freddo”, che creiamo e che non va mai spezzata. Per catena del freddo si intende il mantenimento costante della temperatura evitando qualunque tipo di calore, sia quello della stanza in cui lavoriamo sia quello emesso dalle nostre mani per esempio, per non alterare il materiale che stiamo processando.

Classiche sacche da ice, secchi di plastica, carta forno, colino, cucchiaio d’acciaio o grattugia microplane e tanto ghiaccio. Scegliete voi in base al budget quale marca di bags scegliere e secondo il proprio gusto quale usare in base ai micron, dalla più grande di 220 micron alla più piccola di 25. 

I secchi in plastica devono avere un diametro che permette di inserire le sacche. Servirà anche una lavatrice da campeggio o un remo da gommone. Personalmente consiglio il remo perché si può decidere con che intensità girare, cosa molto importante perché più velocemente e a lungo si gira più ice si stacca, ma al contempo si abbassa anche la qualità. Quindi il trucco sta nel fare una prima “lavata” girando per 5/6 minuti (se il materiale è fresh anche qualche minuto in più) e molto lentamente in modo da avere una “first pull” senza contaminazione vegetale; una seconda da 8/10 minuti e una terza e quarta da 10/15 minuti e con un giro più veloce in modo da recuperare tutta la resina possibile.

La temperatura dell’acqua non deve superare i 4 C° per tutta la durata del procedimento e quindi prima di iniziare, la temperatura deve stare sotto lo zero perché poi iniziando a girare si alzerà sicuramente sopra i 4 C°. Anche l’acqua che spruzziamo per raccogliere la resina rimasta sulle pareti della sacca deve essere freddissima. Questo passaggio è fondamentale per evitare che il materiale utilizzato (cime e/o trim) rilasci troppa clorofilla che andrebbe ad alterare le proprietà organolettiche del nostro water hash, colore compreso. 

A che servono colino e grattugia? Visto che in casa probabilmente nessuno ha il freez dryer, liofilizzatore professionale per seccare l’ice, li utilizziamo come sostituti dato che la resina è letteralmente zuppa d’acqua e che, se la mettiamo a seccare senza liofilizzatore, l’umidità resterà dentro e rovinerà totalmente il sapore e l’odore. Va quindi grattugiato con un colino in metallo a maglia fine con l’aiuto di un cucchiaio o con una grattugia microplane. Per evitare che si attacchi ovunque ovviamente va congelato, prima di essere grattugiato, insieme agli strumenti proprio per evitare di spezzare la famosa catena del freddo.

L’ultima parte è la più delicata e anche la decisiva: l’essicazione. Una volta grattugiato andrebbe seccato in un ambiente molto freddo e secco. Senza liofilizzatore sicuramente è più difficile, ma con un po’ di ingegno e puntando sul freddo potrete ottenere un risultato da veri hashmaker.

a cura di Hilde Cinnamon Grower residente a Barcellona. Ha un cultivo, un’associazione cannabica e una selezione di genetiche più che rispettabile. Instagram: @hilde.cinnamon

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