Il potere mediatico del camice bianco - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-08-26 08:45:17 By : Mr. Mark Zhang

Non ci volevo andare a quel dibattito. Non ci dovevo andare a quel dibattito. Evito sempre come la peste i dibattiti dove c’è un “pro” e un “contro”. Sia che io debba sostenere la parte del pro oppure del contro. Questo tipo di dibattiti credo serva quasi a nulla al pubblico, che esce spesso più confuso di prima, o semplicemente rimane con le proprie convinzioni, oppure viene convinto dal più simpatico, dal più loquace, dal più piacione, dal più autorevole, ma non necessariamente da chi spiega correttamente, senza allarmismi o esagerazioni, le cose come stanno.

A volte però mi faccio fregare e mi strappano un sì, e quindi quella sera mi trovavo, dopo la proiezione di un pessimo film sugli OGM, a doverlo commentare condividendo il palco con una nota nutrizionista radiofonica e televisiva. Il film era infarcito di tutte le più diffuse bufale sul tema: dai semi sterili ai suicidi dei contadini indiani fino ad arrivare a misteriose allergie. Volevo andarmene, ma ormai avevo accettato.

“Dobbiamo evitare di mangiare il fruttosio transgenico”, esordiva la nutrizionista sotto il mio sguardo allibito. Il fruttosio viene prodotto a partire dal glucosio che a sua volta deriva dall’amido che a volte può arrivare da mais geneticamente modificato. Ma il fruttosio è fruttosio, non importa da dove arrivi. Ho chiesto, poco cavallerescamente lo ammetto, se l’avessero mica bocciata all’esame di chimica, perché una molecola mica può essere geneticamente modificata, senza ottenere risposta. Ma il peggio doveva ancora venire, con citazioni di improbabili e misteriosi studi che “non vogliono siano pubblicati” e gli immancabili semi sterili, fino ad arringare il pubblico scongiurandolo di non consumare OGM – che poi da noi mica si trovano da mangiare, ma non importa– perché “poi arrivano nel nostro intestino e modificano il nostro DNA tramite il trasferimento genico orizzontale”.

Alle mie vibranti proteste che stava dicendo, per dirla con un eufemismo, delle fesserie, lei, guardando il pubblico, disse “Io queste cose le so! Io sono un medico!”.

Punto, set, partita. Aveva vinto lei. Era un medico, quindi che ne sapevo io, povero chimico? Lei sì che sapeva. Come usavo metterla in dubbio? Era un medico! Lavorava in ospedale (diceva). Aveva il camice bianco. E andava in TV. Me ne andai consapevole che per quella sera non c’era più nulla da dire o da fare.

Mesi dopo ero lì nel mio candido lettino (cit.) a leggere un libro su come dimagrire. A un certo punto l’autore, un medico, parlando dei cereali afferma che

“…questi sono diventati la base della nostra alimentazione, creando non pochi danni. Sono in molti gli esperti che sostengono che si tratta di alimenti a cui l’uomo non è geneticamente adatto, visto che, scarsi in natura e non digeribili senza lavorazione e cottura, sono stati introdotti con l’agricoltura.”

“L’uomo non è geneticamente adatto”? Ma che dice? Secondo questo bislacco ragionamento noi non saremmo geneticamente adatti neppure a mangiare patate, pomodori, mele, e la stragrande maggioranza di ciò che consumiamo tutti i giorni.

“l’esempio più concreto della bontà di questa teoria –ossia il mancato adattamento ad alcuni di questi cereali– è la celiachia, disturbo che affligge sempre più individui […]

Alcuni dati indicano che anche chi non è celiaco può avere una reazione infiammatoria a livello intestinale in risposta all’esposizione al glutine a conferma che i cibi non previsti dalla nostra storia evolutiva lasciano tracce pesanti nell’organismo.”

“Cibi non previsti dalla nostra storia evolutiva?” Ero allibito. Per carità, il libro poi dava anche consigli sensati su come perdere i chili di troppo e migliorare la nostra alimentazione, ma perché diavolo ti devi mettere a parlare di cose che non conosci solo perché sei un medico e stai parlando di cibo? Hai letto tutti gli studi sulla celiachia e la cosiddetta sensibilità al glutine? No, altrimenti non avresti scritto quelle cose.

Una sera ero a casa di mia madre e la televisione era accesa su un canale dove con fare molto convinto un medico rispondeva alle telefonate degli ascoltatori. Barba bianca e occhi spiritati, mi sono bastati pochi minuti per identificarlo: era l’autore di un bestseller che racconta la favola di come noi dovremmo mangiare cibi adatti al nostro gruppo sanguigno. Una cosa totalmente priva di senso e senza nessun supporto scientifico. Una cagata pazzesca per dirla alla Fantozzi (quando ci vuole ci vuole). “Se lo chiamano in televisione vuol dire che sa il fatto suo” mi apostrofava mia madre vedendo che inveivo contro il teleschermo. “Lui parla per la sua esperienza, gli studi che ha fatto, dopotutto è un medico, saprà quello che dice!”. Scoprì poi che quel medico era un ospite fisso in quella trasmissione e probabilmente anche grazie a questo il suo libro è da anni nelle prime posizioni delle classifiche di vendita dei libri. Ma non nella sezione "fantascienza" come dovrebbe.

Trasmissione che per altro spesso invita anche molto più rispettabili medici e chirurghi a parlare degli ultimi ritrovamenti nei rispettivi campi. Ma come può uno spettatore distinguere chi dice sciocchezze da chi invece racconta fatti accertati dalla comunità scientifica? Sono tutti medici, tutti col camice bianco.

Un ultimo episodio, anche se potrei continuare: i miei figli, da bambini, si sono sempre ammalati pochissimo. La pediatra si stupiva di vederli solo ogni paio di anni o giù di lì. Una volta dovetti portare il figlio maggiore dalla pediatra, non ricordo più per quale disturbo. Fatto sta che la pediatra suggerì di utilizzare un preparato omeopatico. Sgranai gli occhi. Potete immaginare la discussione che ne seguì. Se mio figlio aveva davvero bisogno di un farmaco che gli prescrivesse un farmaco vero, e non delle palline di zucchero senza alcun principio attivo. Altrimenti voleva dire che sarebbe guarito da solo. Uscii senza alcuna prescrizione. Per fortuna non abbiamo mai chiesto il parere della pediatra quando abbiamo deciso di vaccinare i figli, sia con le obbligatorie che quelle suggerite, o temo sarebbero volati gli stracci.

Certo è facile sul Web prendere per i fondelli le cosiddette “mamme informate” che sostengono che i vaccini fanno male, o che gli OGM fanno male, o che il glutine fa male a tutti, o che lo zucchero raffinato fa male solo perché raffinato, o che il glutammato fa male. Ma mamme e papà “informati” non si inventano queste cose da soli. Se la disinformazione si diffonde è anche e soprattutto colpa di chi abusa della fiducia che il pubblico ripone nella sua figura professionale e si mette a fare affermazioni senza fondamento scientifico.

Non è mica una novità che ci siano un sacco di medici e pediatri che sconsigliano di vaccinare i bambini. La causa principale del calo delle vaccinazioni sono, io credo, soprattutto loro. Non Internet, non Facebook, non i gruppi di “mamme informate”. Avete una serpe in seno, cari amici medici. E so bene che nella stragrande maggioranza dei casi singolarmente fate un lavoro egregio e difficile. Ma permettete, come ordini professionali e associazioni, a dei vostri colleghi di fare affermazioni non dimostrate scientificamente, o addirittura false. E, una volta amplificate dai media, di fare dei danni.

Certo, ogni categoria ha le proprie pecore nere: noi chimici nel nostro armadio abbiamo persino premi Nobel negazionisti dell’AIDS, o sostenitori delle terapie a base di dosi massicce di vitamina C. Ma nessuno crede a un chimico solo perché è un chimico (casomai è il contrario, se è un chimico c’è da diffidare). I medici invece sono una categoria a parte. Tutti noi prima o poi gli dobbiamo affidare la nostra vita o quella di un nostro caro.  Non possiamo neanche ipotizzare che stiano dicendo un mare di cazzate. E quindi ci fidiamo. Ci dobbiamo fidare. Non possiamo permetterci di non fidarci. Ed ecco perché le affermazioni fatte da un medico pesano di più. E quindi se sono errate combinano più guai.

È notizia di questi giorni che un noto medico antivaccini, autore di diversi libri e molto seguito nella comunità dei genitori che non vogliono far vaccinare i propri figli, ha fatto un plateale dietrofront dopo la minaccia dell’ordine dei medici di radiazione dall’albo. A quando un provvedimento analogo per quelli che prescrivono costosissime pillole di zucchero ai propri pazienti?

Il pubblico non può mai sapere se il medico che ha davanti stia correttamente riportando l’opinione corrente della comunità scientifica (sempre passibile di revisione, ovviamente) o se sta solamente dando le sue personali opinioni, magari senza basarsi su uno straccio di prova. Il pubblico la sera del mio incontro non aveva modo di capire se a dire sciocchezze ero io o era la nutrizionista. Ma chi pensate abbia scelto? Così come non è possibile dubitare del medico che, con la sua autorità e autorevolezza, consiglia di non vaccinare, o di usare l’omeopatia, o di usare lo zucchero mascobado invece di quello bianco “che fa male”, o di non usare la farina 00 “che è un veleno” e così via.

È quello che chiamo “il potere mediatico del camice bianco”, quando si parla di salute. Lo sa bene la pubblicità che per convincerci a comprare dentifrici e detergenti intimi piazza sempre un camice bianco, meglio se con uno stetoscopio al collo, come testimonial davanti alla telecamera.

Quindi, cari giovani che volete fare i divulgatori – sì, questo articolo fa parte della serie dei consigli non richiesti ai giovani divulgatori – ricordatevi questo potere, soprattutto se fate o farete parte della categoria dei camici bianchi: quando parla un medico ha una autorevolezza, e quindi una responsabilità presso il pubblico, superiore a quella di qualsiasi altra categoria professionale. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. “È un medico, lui lo sa”. E non è un caso se spesso la televisione adora trasformare dei medici, anche bravissimi nel loro specifico ma spesso limitatissimo campo professionale, in opinion maker, esperti da intervistare anche quando si parla inceneritori, di inquinamento, di farine, di pesticidi o di biotecnologie.

Ma ricordatevene anche se, come me, non fate parte di questa categoria perché quando capiterà, se mai vi capiterà, di scontrarvi in un dibattito pubblico, sappiate che partite già con le mani legate dietro la schiena e i piedi piombati.

Se vi capiterà di dover replicare a delle affermazioni bislacche o peggio, come è capitato a me, false, l’unica cosa che potete fare è chiedere le prove. Ma è molto più facile argomentare scrivendo un articolo o ancor meglio un libro che non su un palco di un teatro o in un dibattito TV.

“Dove sono le prove di quello che dice? Dove sta scritto? Che pubblicazioni scientifiche può portare a suffragio delle sue tesi?”.

Ci ho provato, ovviamente. “Le pubblicazioni che dicono queste cose vengono censurate. Non vogliono che si sappia. Ma io queste cose le so. Io sono un medico”.

Scritto in Comunicazione, Divulgazione, Pseudoscienze, Scienza, salute | 189 Commenti »

"Non è mica una novità che ci sono un sacco di medici e pediatri che sconsigliano di vaccinare i bambini. La causa prima del calo delle vaccinazioni io penso che siano soprattutto loro, non di Internet, non di Facebook, non dei gruppi di “mamme informate”. "

Secondo me questo periodo ha un paio di cose che non funzionano; o sbaglio?

Per il resto credo tu abbia pienamente ragione. C'è da dire che è difficile trovare trasmissioni TV o pubblicazioni non scientifiche che non siano già allineate verso una tesi e nonostante in apparenza sembrino voler sentire entrambe le campane, in realtà faranno in modo da confermare la loro tesi iniziale, anche zittendo gli ospiti.

Hai perfettamente ragione. Tutto questo è desolante.

(Alex, e per gli amanti dei retroscena: ho fatto un esperimento e ho dettato il pezzo a un programma di trascrizione. Ora correggo gli errori ma volevo pubblicarlo prima delle 16:30)

Condivido in pieno. Se è disarmante per voi chimici, pensa per noi biologi come stanno le cose...

Voglio ricordarti però che di recente i medici "integrati" hanno deciso di fissare a 100 il valore del colesterolo totale consigliato, dimezzando praticamente quello precedente di 190. Tali indicazioni io le conoscevo da tempo, ma dai medici "apocalittici". E se per decenni era andato bene il valore di 200 dalle loro ricerche, possibile che all'improvviso le nuove ricerche abbiano suggerito l'opportunità di dimezzarlo? O vi sono altri interessi coinvolti, come gli affari delle industrie farmaceutiche che potranno vendere qualche statina in più? O i medici, che non sono proprio dei nutrizionisti nati, hanno recepito finalmente i benefici che può portare una dieta vegetariana anche sui valori del colesterolo e alla salute in genere, allontanandosi dai consigli dei nutrizionisti ufficiali "integrati" che non osavano mettere limitazioni troppo restrittive sul consumo delle carni? Ma anche tu mi sembri poco sensibile alle conclusioni scientifiche visto che hai appena pubblicato un libro sulla carne, quando il metastudio di Lancet. sunto delle conclusioni di 800 studi singoli, ha affermato che questa và considerata di sospetta cancerogenicità. Non è quindi così facile distinguere chi è più affidabile: se gli integrati o gli apocalittici. Saluti

Quando ho chiesto al mio medico sulla vaccinazione per il morbillo, premettendo che pur essendo persona raziocinante e informata, rimanevo pur mamma di una bimba di un anno (e lì riaffiorano le paure più assurde), lui mi disse che quando era specializzando, 35 anni fa, lavorava in ospedale nel reparto chiamato dei "morbillini" - i bimbi malati di morbillo grave. Mi ha detto: dopo aver visto i bambini di quel reparto, vaccinerebbe subito sua figlia. L'avrei vaccinata lo stesso, ma ho trovato la risposta molto semplice e lineare.

Peraltro, non capisco bene quelli che parlano di complotti. Il pediatra è privato, costa 120 euro a visita (ho un'assicurazione e mia figlia si ammala raramente), so benissimo quanto costa un vaccino di quel tipo e il margine delle farmaceutiche....lo pago di più io

PS arrivato il tuo libro oggi, quando sei a prensentarlo a Milano?

http://www.miffawards.com/pdf/CS_MIFFawards_29giu2016.pdf?lang=it

Avevo intuito dalle prime righe di quale camice bianco si trattava

ops... non avevo notato: il giornalista e la professoressa!

Il "trasferimento genico orizzontale" è geniale, ammettiamolo.

In generale hai perfettamente ragione : in TV ci vanno quasi solamente i ciarlatani che sono in grado di fare audience con le chiacchiere più fantascientifiche.Però non credo che la nutrizionista fosse un medico.Infatti i laureati in Medicina che si specializzano in Scienza dell'Alimentazione si chiamano Dietologi e fanno diete soprattutto per coloro che soffrono di malattie gravi del metabolismo. Le dietiste invece sono delle laureate in Biologia senza alcun percorso formativo riconosciuto che cercano di sbarcare il lunario come possono.Ormai quelle più avvenenti e impudenti spadroneggiano in tutti i talk televisivi e ogni volta che aprono bocca inorridisco perchè l'esame di Scienza dell'Alimentazione io l'ho fatto e i fondamentali di Biochimica me li ricordo.

Il problema (o uno dei problemi) è che spesso manca la capacità di ragionare correttamente e valutare cos'è una prova (in senso scientfico). Viviamo in una società in cui per fare qualunque cosa, anche la più banale, non possiamo fare a meno degli strumenti forniti dalla tecnologia, frutto del progresso delle conoscenze scientifiche, eppure la maggior parte della gente non ha idea di cosa sia la scienza e di come funzioni...

P.S. Non c'entra con l'argomento del post, ma ho da poco letto "Contro Natura" e mi è piaciuto molto, interessante, chiaro e ben scritto.

@ Dario, sui medici, "de medicis", dannazione, maledizione, concordo!! Mi fa male, mi fa un male pazzesco al cuore e al cervello, ma devo concordare, ahimè, mio malgrado e con disperazione. Io sono figlio di un medico, fratello di un medico e di una terapeuta, io stesso volevo essere un medico e ho studiato per quattr'anni medicina, amo i medici e la medicina. Per carità, non ho assolutamente nulla, anzi, ho tutto a favore della medicina e dei medici. Ma concordo con te. Troppi, troppi medici -- non tutti, non tutti, ma abbastanza da essere troppi - sparano a volte sciocchezze enormi, banalità indimostrate e incredibili, in qualsiasi campo (non solamente nel loro settore), solo per il fatto di essere medici. Ma che assurdità! Nel mio campo professionale, che conoscevo bene, più e più volte mi sono trovato a bisticciare con medici che pretendevano di saperne di più, solo per la loro laurea. Ad uno, una volta, risposi: Dottore, sono dottore anche io, se facciamo ad esami la potrei mettere in mutande (mi riferivo ad un'antica usanza goliardica, è ovvio), e quanto al mio campo, ascolti e impari! Be' mi aveva davvero fatto uscire dai gangheri, visto che non ne sapeva niente. Ma...era un medico! Santiddio!! Amo i medici, lo giuro. Ma ne diffido. Che tristezza. Sono colpevole?

@ Dario, il mio commento è...in attesa di essere approvato. Da qualche medico?

Al secondo posto in classifica, metto gli ingegneri. Ma questo è un altro discorso...

Purtroppo mi sembra di lottare contro i mulini a vento. Sento dire che i vaccini sono pericolosi, che gli OGM sono il diavolo, che il sale integrale fa bene e via dicendo.

Come si può eliminare questa incoltura, questo ritorno al medioevo più buio (uso questa espressione anche se non è vera, ma rende l'idea), questa crassa ignoranza?

Sono pronto a fare qualunque cosa pur di eliminare (non nel senso fisico, evidentemente) persone che parlano di fruttosio transgenico!

caro Dario, dove pescano i nostri giornalisti d'assalto i loro esperti? e ci credono alle bufale che propinano a noi, poveri telespettatori? Non bastava la Gabanelli, ,ora ci si è messo anche Floris, con due biologhe nutrizioniste, che, a volte, in un momento di distrazione ,ne dicono qualcuna giusta. Ormai è di moda una sorta di terrorismo alimentare ,ad es. non fate il pesto con le foglioline di basilico della cima delle pianticelle, eugenoli forse cancerogeni, i pomodori verdi contengono pericolose quantità di solanina e via così .Meno male che io godo di una divina protezione, come i liguri: loro non muoiono di cancro da pesto e io sono ancora viva e vegeta (anni77) dopo aver consumato marmellata di pomodori verdi fatta pure con zucchero bianco, :carni bianche e rosse, e salumi,bevuto caffè ecc. ecc. ecc. anzi, aggiungo: che" il sapor di glutammato rende il piatto prelibato (modifica di un Carosello della mia adolescenza. Io mi difendo, ma se dovessi credere nella scienza televisiva mi sarei già ritirata in una nicchia al cimitero per morirvi in salute. Scusa il lungo messaggio, ma il tuo blog mi serve per non sentirmi intellettualmente isolata.

Caro Dario, sono desolato di apprendere che hai avuto questo tipo di cattivo incontro ravvicinato con un membro della mia specie. Tuttavia, sono qui a dirti che ti sbagli: forse il chimico perde facilmente un incontro chimico vs medico (e non ne sarei comunque così sicuro); ma la cosa più terribile è che il medico perde facilmente lo scontro medico tradizionale vs medico alternativo. In altre parole, sono convinto che il problema sia di tipo profondamente diverso da quello dello scontro di classe e di categoria. Afferisce, piuttosto, al sentimento inconscio che viene provocato in noi dalla bufala e dalla notizia spacciata per "non mainstream". Ci è stato insegnato che essere come la massa è da perdenti, e che essere originali è cool; perciò, non possiamo fare a meno di vedere nel promotore di idee "di nicchia" l'eroe da salvare di fronte al polveroso accademico di turno.

Ogni classe sociale e ogni corporazione ha questa piaga. E' la piaga dell'ignoranza e dell'arroganza, la piaga del nostro animo che cerca sempre la soluzione più astrusa perchè altrimenti dovrebbe arrendersi alla relativa uniformità del mondo; è la piaga della fantasia, che non avendo sbocchi per esprimersi, si accoppia con la paura, generando l'orrido parto della paranoia. Per ogni ingegnere meccanico laureato con master in robotica, c'è un operaio tornitore che dice che lui sa farlo meglio. Per ogni architetto c'è un muratore che dice che una volta non c'era bisogno di tutte queste lauree, e che lui la casa se l'è costruita da solo. Per ogni nutrizionista serio c'è quello che dice che ha mangiato 10 uova al giorno per una vita, e sta benissimo. Per ogni medico serio, c'è un medico omeopata, reiki, agopuntore o Dio sa cos'altro.

In Italia, il legislatore ha stabilito che solo un medico può praticare trattamenti alternativi (o, come li chiamano ora per pulirsi la coscienza, "complementari"): questa cosa, molto intelligente, era stata pensata per togliere potere ai ciarlatani, e garantire che trattamenti non comprovati fossero utilizzati soltanto da gente che abbia a cuore il benessere del paziente. Purtroppo, si è rivelata un'arma a doppio taglio: ha permesso che la medicina (che già di per sè non è una scienza esatta) ne uscisse pervertita, edulcorata, raffazzonata. Ora, non si può essere medici senza conoscere le medicine alternative; altrimenti, sei TU il ciarlatano pagato da Big Pharma. Ogni giorno, in un modo o nell'altro, ci si scontra proprio con gli effetti di una tendenza opposta a quella che descrivevi tu: una perdita totale di autorevolezza medica. Trattare con i pazienti giovani, soprattutto giovani delle generazioni anni 70-80, è diventato sfiancante. Ogni proposizione, anche la più banale, viene messa in dubbio. Ogni consiglio pediatrico è controbattuto con le competenze raccolte in ore e ore di lezioni teoriche su riviste tipo Bimbisani e belli, oppure lezioni frontali con il vasto vicinato e parentado, oppure lezioni pratiche alla temibilissima Scuola della Vita. Ogni consiglio che riguarda alimentazione, igiene e medicina pubblica viene ostilmente rigettato, e quelli davvero importanti passano solo a costo di una difficile battaglia diuturna contro i preconcetti e i pregiudizi del paziente.

Io ho fatto il medico perchè adoro il concetto di cura; sono ancora abbastanza giovane, ma ho intenzione di approfondire gli studi di terapia palliativa, perchè ritengo che la dignità della persona sia l'aspetto più importante di tutti. Dico questo perchè sia chiaro che non sono il tipo di medico "freddo e accademico" che "pensa alla malattia e non al malato nel suo insieme". Tuttavia, amo anche moltissimo la quotidiana lotta al malanno; ogni paziente, nel suo aspetto più strettamente patologico, è un enigma da risolvere, uno splendido rebus in cui far collimare anni di studio, anni di esperienza, intuito personale, indizi di diagnosi, tentativi di terapia. Niente, in medicina, è semplice; nessuno di noi è onnisciente, e questa è la nostra croce e la nostra delizia: perché ci fa restare uomini e impedisce che la medicina diventi fredda matematica, ma nello stesso tempo ci espone a critiche continue.

Ogni critica, dice la deontologia, andrebbe risolta con il colloquio: sorvoliamo sul fatto che l'università non ci fornisce ASSOLUTAMENTE gli strumenti per condurre il colloquio; ma anche provandoci al meglio delle nostre forze, questo prosciuga le energie e fa perdere tempo. Molto tempo. Intere mezzore, che ogni settimana fanno ore, che fanno litigi con i pazienti nella sala d'attesa, che fanno tempo tolto alla propria vita, che fanno stress, che fanno perdere la voglia di amare la professione.

Sono ancora giovane, e sono ancora entusiasmato dal mio lavoro. Ma non ho ancora un posto fisso, e già inizio a capire i miei colleghi anziani, stanchi e scocciati dall'ennesimo paziente arrogante e con la testa piena di menzogne e imprecisioni, che pretende di venire a insegnare il mestiere a chi lo fa di mestiere, e aspetta l'errore (o, più frequentemente, il semplice fallimento... perchè non tutti i fallimenti sono errori) per poter sottolineare che lui sapeva farlo meglio.

Tutto questo per dire, caro Dario, che i medici non solo non sono tuoi nemici... ma combattono questa battaglia di continuo. E non è una lotta tra facoltà universitarie, tra classi, o tra ceti sociali. E' la pura e semplice lotta tra la verità, complessa eppure banale, e la bugia assai più sfarzosa, più colorita, più interessante. Ogni volta che ammettiamo consapevolmente di non poter fare altro, la menzogna si infiltra per fare la sua offerta. E per questo, la lotta è impari, e la stiamo perdendo. Dopotutto, come dicono i miei colleghi omeopati... "qualcosa la devi pur dare al paziente". Vorrei che, almeno qualche volta, si potesse dare soltanto un buon consiglio.

poi ci sono i post come quello di Enzo Cuoghi che benissimo illustrano il perché dello sconforto del divulgatore scientifico, ma anche della persona bene informata, a fronte della incapacità di capire - non dico i dettagli, ma perlomeno il metodo - da parte di taluni individui

Il Cuoghi parte infatti con un ragionamento casuale ma di comodo sopra i valori limite consigliati del colesterolo, che vengono dimezzati per motivi che potrebbero essere evidenti ma che evidentemente sono secondo lui da ricondurre al solito complotto economico (fatto peraltro questo non escludibile integralmente).

Da questo estrapola o deduce poi che i medici sono di due categorie, almeno, e quella che "ha ragione" è evidentemente quella che dice quello che lui vuole sentire, per poi andare a chiosare sulla dieta vegetariana - che è l'unica soluzione ai mali del mondo e della salute umana - e che poi è l'unico argomento che alla fine gli interessa di far passare o propagandare.

Alla fine del suo commento si resta perlomeno confusi: ma che cosa avrà voluto dire Cuoghi alla fine, con quanto ha scritto, strettamente a proposito dell'argomento del post?

Bellissimo articolo. Trovo che sia tutto tremendamente vero. Sono cresciuta con un ottimo medico di base, uno di quelli molto terra terra. Molto scrupoloso, ma senza essere allarmista e che mi ha sempre prescritto i farmaci giusti, senza farmi assumere roba inutile per un colpetto di tosse in più. Avevo ancora la pediatra quando per disperazione mia madre mi portò da lui per un consulto e dopo avermi esaminato la pancia per 20 secondi, mi mandò di corsa in pronto soccorso perché avevo l'appendice in peritonite. La pediatra sosteneva che ero una rompiscatole che mangiava troppe schifezze. Ora vivo in un'altra città, dove non conosco nessun medico e sono terrorizzata di dover scegliere alla cieca. E se mi capita l'antivaccinista o quello che mi prescrive i sali tissutali omeopatici? Nutro un grande rispetto verso i medici, ma, come hai detto bene, ogni categoria ha le sue pecore nere ( tipo la recentemente radiata dall'albo che pratica la "terapia verbale" O_o ). Tuttavia il comune mortale deve poter essere sicuro che un medico non vada a blaterare in giro teorie senza uno straccio di prova scientifica.

Sergio, certo che non sono nemici. Scommetto che ogni volta che in libreria vedete i libri di Mozzi o di Gava vi viene il torcibudella. Non so come se ne esce se non con tanta tanta pazienza

Maria Luisa: Report non lo guardo più da un pezzo, e da quello che mi dici sono contento di non avere visto Floris

Berengario: cerchiamo di fare quello che possiamo

Fux: molto spesso non chiedono neppure le prove. Al massimo chiedono ad altri di smentire quelle affermazioni che hanno sentito, come se per default si debbano ritenere vere

Letizia: non credo di voler sapere cosa sono i sali tissutali omeopatici

Che conta è avere audience, altrimenti non si è più in auge. Ecco anche floris avrà letto questo:

http://www.processalimentaire.com/A-la-une/Consommation-les-Francais-ont-besoin-de-reassurance-29379

dove risulta che il 79% dei francesi, ma non è molto diverso altrove, ritengono probabile il rischio che gli alimenti nuocciano alla salute.

Con un auditorio potenziale di tal fatta vale il motto "piatto ricco mi ci ficco" o meglio "lisciare il pelo al cane"

Dario Bressanini bisogna ricordarsi che nel mondo della scienza contano i fatti non le persone con le loro presunte qualifiche. Quando una teoria non è predittiva nei confronti dei fatti indipendentemente da chi l'ha formulata va contestata in quanto sbagliata.

Prendo spunto da ciò che Dario hai riportato

“…questi sono diventati la base della nostra alimentazione, creando non pochi danni. Sono in molti gli esperti che sostengono che si tratta di alimenti a cui l’uomo non è geneticamente adatto, visto che, scarsi in natura e non digeribili senza lavorazione e cottura, sono stati introdotti con l’agricoltura.”

Ecco qui traspare in tutta la non conoscenza delle basi genetiche dell'evoluzione.

Quando l'uomo ad esempio ha scoperto il frumento come possibile cibo, se ci fosse stato qualche sostanza velenosa per una certa percentuale di individui, questi sarebbero morti prima dell'età della riproduzione, i loro geni non si sarebbero diffusi quindi la loro frequenza sarebbe man mano calata al punto da mantenersi a livelli bassissimi. Qui occorre che si sappia che caratteri genetici letali sono recessivi e per il meccanismo dell'eterozigosi sono praticamente ineliminabili. Per comprendere basta citare l'albinismo umano (retto da un gene recessivo) che è presente a livello dell'1% in una popolazione. Ora per poter cercare di impedire l'apparizione di individui albini occorrerebbe sterilizzare in giovane età tutti gli individui albini che compaiono ad ogni generazione. Ebbene se facessimo questo occorrerebbero 2000 anni solo per ridurre della metà la frequenza di apparizione, appunto perchè gli individui eterozigoti (qui il gene recessivo per l'albinismo è impedito dall'apparire a causa della presenza del gene dominante) continuano a rifornire di geni recessivi le successive generazioni. Questa è anche uno dei semplici esempi per cui i metodi eugenetici sono destinati al fallimento e chi li applica è un criminale.

Ebbene il risultato che ne deriva è che nella popolazione a poco a poco il cibo frumento è sempre più tollerato. In altri termini è il contrario di quanto si afferma nel periodo riportato, vale a dire: SI TRATTA DI ALIMENTI A CUI L'UOMO GENETICAMENTE MAN MANO SI ADATTA.

Ma chi ha scritto quella fesseria non si è mai peritato di osservare che ogni civiltà è nata e si è sviluppata assieme ad un cereale? Cioè ha scelto proprio delle piante che vengono definite "geneticamente non adatte all'uomo". C'è da chiedersi ma le civiltà asiatiche, amerindie e mediterranee erano composte da tutta gente imbecille a perseverare nel consumare alimenti a cui non erano geneticamente adatti? Oppure è un ignorante patentato (e sono ignoranti tutti gli esperti che si dice dire la stessa cosa) chi ha scritto quelle cose riportate da Dario.

Beh, Gava pare aver fatto una sonora inversione ad U per timore di essere radiato. Almeno per ora.

@Dario Bressanini Veramente non vuoi sapere cosa sono i dodici sali di Schüssler? Mi stupisce non li abbia nemmeno mai sentiti nominare.

Ciao Dario, ti conosco di fama da tanto e ti seguo qui da qualche tempo (e ti comprerò i libri per natale ). Prima o poi avrei voluto farti delle domande sugli OGM, ma destino ha voluto che mi sentissi chiamato in causa su un altro argomento, sarà per un'altra volta. Sono laureando in medicina (tesi in metodologia della ricerca, puoi immaginarti la mia opinione sui fondamenti scientifici dell'omeopatia e delle più discusse teorie sui danni dei vaccini). Personalmente credo che l'improvviso calo delle coperture vaccinali (emergenza più culturale che salutare, secondo me) giustificasse il giro di vite ideologico che gli ordini dei medici hanno avuto la forza d'animo di imporre, ma capisco chi (pur non d'accordo con le posizioni di alcuni colleghi) invocava pazienza e non aggressività "professionale" per risolvere la cosa. L'improvviso position-statement (più che altro paracul-statement) di Gava (che non ritengo essere un fulgido esempio di pensiero indipendente, ma un borioso ed irresponsabile cretino) sembra suggerire che fosse la cosa giusta da fare, ma non è escluso che provvedimenti simili possano avere un effetto paradossale e peggiorare la situazione. Per vederlo dovremmo aspettare un anno. In ogni caso sono d'accordo con te nel ritenere "il potere mediatico del camice bianco" un problema enorme. Ma:

Dopo queste premesse, volevo però farti un appunto. Lo vorrei in realtà fare a tutti i divulgatori (amatoriali, in erba e affermati) scientifici del mondo, comincerò da qui. Ad una analisi puramente epidemologica di quanti danni *biologici* (non culturali) vengano quotidianamente causati da problemi sistematici della scienza medica e quella farmacologica; appare evidente che la stragrande maggioranza di questi non siano dovuti alla componente "maverick" del settore, ne' in quei casi eclatanti (diciamo pure psichiatrici, come la nuova medicina germanica o quella tizia sarda che insulta la gente con le crisi epilettiche per fargliele passare), ne' nei casi della "zona grigia" delle medicine complementari, dall'omeopatia al reiki a che so io. La stragrande maggioranza dei danni iatrogeni sono dovuti all'overtreatment e al mistreatment. Questo perchè il problema è strutturale e trasversale ad ogni livello della scienza biomedica.

1) Ad oggi, la serpe più velenosa in seno alla classe medica non sono gli omeopati, ma quei medici che si rifiutano di cedere il passo, spesso anche di confrontarsi, con le linee guida internazionali INDIPENDENTI (NICE, cochrane e compagnia). Linee guida che sono accomunate generalmente da una caratteristica (che rende immediatamente comprensibile la resistenza culturale dell'establishment): tendono a raccomandare la de-medicalizzazione. Un esempio su tutti l'ambito ostetrico, dove è ormai tre anni che sappiamo che per chi non è a rischio sia meglio partorire, beh, lontano dalla sala parto (ma gli esempi sono molti, la polifarmacoterapia nell'anziano, la gestione del diabete...). Peggiori ancora sono quei medici che producono loro stessi linee guida, con metanalisi (un tempo parola-spia di "gente che sa cosa sta facendo", ma ormai hanno imparato a fare male pure quelle) costruite ad hoc per proporre l'uso di nuovi farmaci, guarda caso prodotti dalle case farmaceutiche che sponsorizzano la società scientifica del piffero a cui fanno capo. Ripeto, parliamo di numeri: conta quante società scientifiche di medici omeopati (magari con dietro la Boiron) ci sono vs. di medici cardiologi (magari con dietro GSK). La realtà della produzione di linee guida e di metanalisi, perdonami il termine ma qualche volta di vuole, del cazzo, è diventata talmente caotica, con anni che passano prima che ci si possa accorgere che un nuovo farmaco in realtà non serviva ad una mazza (e se un farmaco allopatico non serve una mazza vuol dire che ci hai ammazzato qualcuno. In un famoso caso di un antiaritmico degli anni '90, ci ammazzarono decine di migliaia di persone), da far scendere in campo anche i padri spirituali dell'Evidence based medicine. Parlando di EBM:

2)La medicina così detta allopatica è sì falsificabile (il che la pone su un gradino epistemologicamente più alto della medicina delle energie o dei buchi del naso), ma spesso NON E' falsificata. Sicuramente conoscerai il paper-cult di Ioannidis (uno dei padri spirituali di cui sopra, 2004, attualmente il singolo studio più letto di Lancet) che denunciava la prevalenza imbarazzante di grosse beghe metodologiche nell'80% degli studi biomedici. Dieci anni dopo siamo ancora al palo, nessuno ha capito come fare. Tutto il processo di produzione della ricerca farmacologica è permeato da disfunzioni gravissime che nessuno ha ancora avuto modo di affrontare con successo, non voglio tediare nessuno ma c'è un bellissimo libro di Ben Goldacre (per chi non lo conoscesse, un medico e divulgatore scentifico inglese lontanissimo dalle medicine complementari, che anzi ha massacrato nel libro precedente), Bad Pharma, dove vengono esposti chiaramente, livello per livello, i problemi della ricerca farmaceutica. Che culminano con il famigerato e imbarazzante dato crudo sulla mancata pubblicazione dei trial pre- e post-clinici, un bel 50% di sommerso con effetti ampiamente immaginabili e sbianca capelli per chiunque abbia mai sentito dire la parola "bias".

3)dunque la medicina "scientifica" non solo spesso non è scientifica perchè produce ed utilizza pratiche di costante sovra medicalizzazione dunque iatrogeniche, ma anche quando ci prova si scontra con la realtà pragmatica della produzione di ricerca scientifica. E' stato calcolato a più riprese che le pratiche mediche contemporanee basate su evidenze di tipo A sono meno del 20%. Le pratiche mediche di "non provata efficacia" (epistemologicamente allo stesso livello di verità del reiki, dunque) sono circa il 40%. Nel mezzo varie gradazioni. E qui parliamo ancora di scienza pura! Perchè poi ci sarebbe l'altra faccia della medaglia: corpo e mente sono impossibili da inscrivere in modelli fissi (per quanto complessi. Non basta fare flowchart chilometriche, è un problema di non linearità del campo di studio), perchè rispondono come una sola cosa: un individuo. Che può legittimamente trovare più sollievo in determinate circostanze in pratiche e "terapie" di efficacia non dimostrabile tramite trial controllati e randomizzati. La componente "umanistica" (e dunque imperfetta, spesso irrazionale, caotica) del rapporto medico-paziente è già messa a dura prova dal modello di cura "aziendale" (una azienda mal gestita però, dove conta l'efficenza e non l'efficacia) a cui ci siamo affidati per non dare forfait all'assistenza universale, ostracizzarla anche concettualmente in nome di una crociata francamente surreale visto quanto detto verso l'"antiscienza" mi pare un po' miope. E qui mi avvicino alla conclusione, cioè all'appunto che volevo fare ai divulgatori:

4) Non dico che sia l'unica spiegazione. Sarebbe troppo facile e assolutorio per i responsabili della "disinformazione scientifica". Ma una componente enorme della "diffidenza" (interna ed esterna al settore) verso la medicina tradizionale è sicuramente dovuta alla dissonanza cognitiva impossibile da evitare per chi vive in una società che ha fatto del progresso scientifico, economico (e anche sociale) il suo mito utopico, e che non riesce a comprendere (perchè Popper non te lo spiegano nemmeno nei corsi per medici, fugurarsi a quelli per sciampiste) come mai un sacco di cose continuino a non funzionare. Il mito dell'onnipotenza della medicina moderna è sicuramente una dialettica: fra pazienti che chiedono l'impossibile e medici che si guardano bene dal fare loro notare (per mancanza di coraggio, conoscenze, etica deontologica) che non funziona proprio così. Vedere la nonna un attimo prima arzilla cadere, rompersi il femore e morire sei mesi dopo demente, gonfia di liquidi e sfinita di diuretici e antidepressivi perchè in quell'ospedale aspettano un mese e mezzo prima di operarla perchè boh, lì si fa così, capisci te che la prospettiva di prendersi delle pillole di zucchero che forse funzionano ma che di sicuro non ti fanno male diventa improvvisamente più sensata. Stessa cosa per i cicli di chemio in pazienti terminali con tre mesi di vita e via andando. Finchè il problema rimarrà l'overtreatment (e ti assicuro che anche chi non è del settore lo percepisce eccome, ma in modo confuso e arrabbiato), è inevitabile che qualsiasi sforzo teso a rompere il giochino (spesso ogettivamente innocuo) di chi invece di dare i decongestionanti al bambino col raffreddore gli dà lo zucchero produrrà una (iper)reazione contraria. Personalmente, ho parlato diverse volte (dal vivo, discutere su facebook con chi non si è d'accordo è l'attività più imbecille a cui ci si possa dedicare dopo la guerra termonucleare) con persone che avevano grossi dubbi sulle vaccinazioni (lo standard: 30-40 anni, benestanti, avvocati o simili, acculturati). Non puoi capire l'espressione di sollievo immediato che ho visto stendersi sul loro volto quando sono riuscito a spiegare loro che della medicina ci si deve fidare il giusto perchè spesso siamo i primi a non avere idea di come funzionino le cose, e che semplicemente facciamo il nostro meglio. Una volta tolta di mezzo la cortina di presupposta "superiorità dovuta alle conoscenze tecniche" vedi te che improvvisamente si dimostravano tutti/e più disposte a dialogare, e sono sicuro che alla fine abbiano vaccinato chi di dovere (pur con i propri timori). Questo vorrei, dai divulgatori scientifici: lo so che forse il mercato chiede altro, che una "linea editoriale" di debunking trova facilmente un pubblico affezionato e appassionato. Ma il modo migliore per instaurare un dialogo con chi ha idee differenti è concentrarsi per prima cosa sui PROPRI PROBLEMI. Sopratutto quando sono oggettivamente più dannosi di quelli che pretendiamo di combattere.

@ Sergio Complimenti per il lucidissimo post da cui traspare una vera passione per il lavoro di medico. Purtroppo, come dici, ci sono tanti medici specie un po' attempati che si sono rassegnati a questo andazzo e non hanno più la pazienza o le energie per portare avanti una idea insieme rigorosa e umana di medicina, cadendo in quella apatia che spesso spinge la gente nelle mani dei ciarlatani, percepiti come più capaci di empatia (che dannato e abusato concetto).

@Dario Io nel mio piccolo, oltre a cercare con le mie - poche - conoscenze scientifiche di combattere in ogni occasione bufale e discorsi disinformati ho attuato il seguente proposito di resistenza attiva: quando in libreria vedo i libri del signore bianco con la barba e gli occhi spiritati e altri affini...li imbosco o se non è possibile almeno li giro in modo che titolo e copertina non siano in bella vista. In qualche occasione ho anche fatto desistere persone che li sfogliavano dal comprarli, consigliando Contro Natura o libri di cucina veri

... suspence... eh, Ruocco! dopo cotanta disamina dei massimi sistemi (medici) lo dichi, o meglio lo scrivi, il suo appunto ai divulgatori, no?! (oppure non è che l'ha scritto, ma per caso messo tra i segni di minore e maggiore, il suo appunto?...)

I Sali di Schussler? Beh... vogliamo forse parlare dell'evoluzione dei Fiori di Bach? Gli Australian Bush Flowers?

quanta verità nel tuo post, Dario, e lo dico con somma tristezza visto il target. diciamo che di molti "colleghi" non ho affatto stima, e ritengo che molti dovrebbero essere radiati su due piedi, ma d'altro canto l'odm ha di solito ben altre cose da fare, tipo chiedere l'estorsi... ehm, la tassa associativa o organizzare imbarazzanti corsi ecm (mi è recentemente arrivato il reminder di un corso ecm organizzato a cineforum: in pratica vai lì, guardi il film - di solito bei film, devo dire - spari due commenti a caso e tutti a casa. non aggiungo cosa penso per pudore), quindi non è che si possa pretendere. nel mio piccolo cerco di rimanere aggiornata sugli argomenti "divulgativi" (i soliti, dai, ogm, vaccini, veleni bianchi, omeopatia...), anche se porta via una quota parte non indifferente del mio tempo, e cerco di fornire informazioni il più possibile corrette. e chiedo sempre le fonti (che tanto non vengono mai fornite, oppure sono "il giornalino di roccacannuccia"). cmq condivido subito su fb, e in qualche gruppo cui sono iscritta, e vediamo cosa ne esce

@sergio: cmq di uova non dico 10 al giorno (che non voglio pensare all'odore dei... prodotti della digestione, diciamo), ma se ne possono mangiare ben più delle canoniche 2 a settimana, purchè ovviamente non siano fritte qui https://authoritynutrition.com/how-many-eggs-should-you-eat/ l'articolo è divulgativo ma la bibliografia mi sembra assai ampia, ad esempio

EDIT: il commento finale era stato apparentemente bloccato in attesa di moderazione (forse perchè ne ho pubblicati troppo di seguito). Lo reincollo qua sotto, magari adesso passa subito.

4) Non dico che sia l'unica spiegazione. Sarebbe troppo facile e assolutorio per i responsabili della "disinformazione scientifica". Ma una componente enorme della "diffidenza" (interna ed esterna al settore) verso la medicina tradizionale è sicuramente dovuta alla dissonanza cognitiva impossibile da evitare per chi vive in una società che ha fatto del progresso scientifico, economico (e anche sociale) il suo mito utopico, e che non riesce a comprendere (perchè Popper non te lo spiegano nemmeno nei corsi per medici, fugurarsi a quelli per sciampiste) come mai un sacco di cose continuino a non funzionare. Il mito dell'onnipotenza della medicina moderna è sicuramente una dialettica: fra pazienti che chiedono l'impossibile e medici che si guardano bene dal fare loro notare (per mancanza di coraggio, conoscenze, etica deontologica) che non funziona proprio così. Vedere la nonna un attimo prima arzilla cadere, rompersi il femore e morire sei mesi dopo demente, gonfia di liquidi e sfinita di diuretici e antidepressivi perchè in quell'ospedale aspettano un mese e mezzo prima di operarla perchè boh, lì si fa così, capisci te che la prospettiva di prendersi delle pillole di zucchero che forse funzionano ma che di sicuro non ti fanno male diventa improvvisamente più sensata. Stessa cosa per i cicli di chemio in pazienti terminali con tre mesi di vita e via andando. Finchè il problema rimarrà l'overtreatment (e ti assicuro che anche chi non è del settore lo percepisce eccome, ma in modo confuso e arrabbiato), è inevitabile che qualsiasi sforzo teso a rompere il giochino (spesso ogettivamente innocuo) di chi invece di dare i decongestionanti al bambino col raffreddore gli dà lo zucchero produrrà una (iper)reazione contraria. Personalmente, ho parlato diverse volte (dal vivo, discutere su facebook con chi non si è d'accordo è l'attività più imbecille a cui ci si possa dedicare dopo la guerra termonucleare) con persone che avevano grossi dubbi sulle vaccinazioni (lo standard: 30-40 anni, benestanti, avvocati o simili, acculturati). Non puoi capire l'espressione di sollievo immediato che ho visto stendersi sul loro volto quando sono riuscito a spiegare loro che della medicina ci si deve fidare il giusto perchè spesso siamo i primi a non avere idea di come funzionino le cose, e che semplicemente facciamo il nostro meglio. Una volta tolta di mezzo la cortina di presupposta "superiorità dovuta alle conoscenze tecniche" vedi te che improvvisamente si dimostravano tutti/e più disposte a dialogare, e sono sicuro che alla fine abbiano vaccinato chi di dovere (pur con i propri timori). Questo vorrei, dai divulgatori scientifici: lo so che forse il mercato chiede altro, che una "linea editoriale" di debunking trova facilmente un pubblico affezionato e appassionato. Ma il modo migliore per instaurare un dialogo con chi ha idee differenti è concentrarsi per prima cosa sui PROPRI PROBLEMI. Sopratutto quando sono oggettivamente più dannosi di quelli che pretendiamo di combattere.

Il tema è l'autorità? Ma è ovvio, il perché. Basta riferirsi all'esperimento di Milgram. Ovviamente però funziona solo in un verso, quando l'autorità conferma quello in cui credono e quello in cui hanno radicato le loro opinioni reificandole. Da ingegnere trovo spesso 'ggente che ribatte alle mie affermazioni per sentito dire/cugino/la voce del popolo etc ..., spesso concludo il discorso "questo è quello che crede lei," sottolineando il credere, "meno male che non funziona così !" é sufficiente per farli smettere di rompermi con le loro conoscenze superiori.

Nel trappolone delle medicine alternative, ahimé, ci finii anche io anni fa quando mi venne una fastidiosa tendinite alla mano. I fisioterapisti mi prescrissero due settimane di magnetoterapia, e io non mi sognai nemmeno di pensare che fosse aria fritta. Solo tempo dopo appresi, per curiosità, che in quelle due settimane la tendinite sarebbe potuta guarire da sola tenendo la mano a riposo e io mi sarei risparmiato qualche soldino

Lo racconto sempre con un po' di vergogna perché, pur avendo un'educazione scientifica, mi sono fatto abbindolare con facilità. E sì che bastava spulciare un po' anche la sola Wikipedia per farsi venire il dubbio.

Quello che invece fa imbestialire è quando tengono su centri ospedalieri per l'omeopatia quando invece chiudono reparti di ostetricia.

Dario, però con gli omeopati alla fine un argomento semplice e d'effetto c'è:

"Lei nega che i rimedi omeopatici sono solo delle palline di zucchero vendute a peso d'oro?" "Allora se io le presentassi dieci campioncini con delle palline di zucchero in cui solo una è quella che lei ritiene un prodotto omeopatico, sarebbe in grado di identificare questo prodotto?" "Davvero? Allora la sfido a fare una dimostrazione pubblica"

Grazie Dario per questo bellissimo articolo. Riporto una citazione a me cara di Feurbach "La teoria degli alimenti è di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello, in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia". E aggiungo che è la dose che fa il veleno (paracelso)...oggi tutti si inventano una sorta di psudoscienza fatta di opinioni. E l'unico modo per affrontarlo è dare informazione al consumatore. L'informazione e la conoscenza sono libertà, ed ognuno deve decidere per propria sensibilità o cultura cosa mangiare. Grazie per il lavoro che svolgi!

Caro Dario E' solo un problema di abbigliamento, la prossima volta che va in tv (non c'è limite al masochismo), si metta un bel camice bianco. E sorrida.

Buongiorno a tutti! Bellissimo articolo, mi è piaciuta anche la battuta "da un grande potere derivano grandi responsabilità". Da grande appassionata di Spiderman non ho potuto non riconoscerla!

Volevo solo dire che recentemente mi hanno riferito (purtroppo non l'ho vista) che in una puntata di report era sotto accusa la plastica per cucinare a microonde. Io la uso per bollire le mie verdure e anche mia sorella ne era entusiasta. Purtroppo le sue colleghe di lavoro le hanno raccontato del servizio e lei non la vuole più usare, possibile sia tanto semplice smentire chi dice la verità e credere a chi ti dice bugie?

Tutto molto bello e condivisibile, inclusa la citazione Gucciniana

Ciao Dario, non so cosa suggerirti per sconfiggere la sindrome da camice bianco, prova magari a fartene una ragione (scientifica) leggendo Robert Cialdini "Le armi della persuasione".

Poi, probabilmente lo conosci già, ma volevo anche segnalarti il bel libro di Walter Longo "La dieta della longevità".

Un saluto, e grazie per i tuoi interessantissimi articoli

L'ultima volta che ho discusso di questo ho quasi perso un cliente in palestra. In 10 minuti di bubbolate ha toccato il latte (siamo l'unica specie a cibarsene da adulti e per di più con latte di altre specie), il glutine (fa male alla salute), la farina 00 (veleno), la pasta (che non apporta nutrienti per l'organismo e anzi è tossica - ma non quella integrale che invece è buona). Non so in quale video su youtube abbia sentito queste cose, ma a me ha detto di averle studiate ALL'UNIVERSITA' e di aver seguito corsi di NUTRIZIONE! Tralasciando il fatto che sia abbondantemente sovrappeso, fumi un pacchetto di camel al giorno e per cena si scoli sempre una bottiglia di vino, è il glutine il vero problema. Ovviamente quando ha qualche infiammazione prende l'arnica e in 10 giorni, riposando anche un po', passa tutto.

Caro Prof. Bressanini, su cento persone in sala ad ascoltare il dibattito ce ne fosse stata anche solo una colpita dalle sue parole e a cui possa aver piantato il seme della ragione, allora sarà valsa sempre la pena.

@Alessandro Ruocco: commento interessantissimo, grazie per la prospettiva da insider.

Ho però un'appunto: tu te la prendi (immagino giustamente) con l'overtreatment, ma uno dei fattori che più infastidiscono i pazienti è spesso, al contrario, l'assenza e la vaghezza (spesso un po' ascientifica) delle diagnosi, la carenza di pareri medici e di soluzioni (farmacologiche o meno) offerte al paziente.

La risposta più comune del medico medio, in soldoni, è l'alzata di spalle, il "eh, se lo tiene così". In seconda battuta, si offre l'antibiotico dannoso, o l'elettrocardiogramma inutile, eccetera (e cui ricadiamo in quello che tu dici).

@Alberto Guidorzi: grazie per il lien,interessanti sia l'articolo,sia il sito.

@Dario, evitavo già, la gabanelli , ora nel rispetto del mio vetusto apparato gastro-enterico e della mia pressione arteriosa, eviterò anche Floris.

@ Franco Cifatte e Sergio A proposito di ignoranza medica, anni fa un cardiologo mi proibì le bevande zuccherate perché ipertensive, non solo confondendo pressione arteriosa e pressione osmotica ,ma ignorando che nel sangue la glicemia non è regolata per diluizione, e un ortopedico mi ha recentemente prescitto un integratore abbastanza costoso a base di un'ammide sostituita dell'acido palmitico(che non ho acquistato):NON SONO TUTTI COSI,ora ho trovato un buon medico di base e specialisti di qualità!

Non so più chi disse primo "Non discutere mai con un imbecille, la gente potrebbe non notare la differenza", ma chiunque fosse continua ad avere ragione.

Ma, da sempre, il Medico e' anche l'Uomo Medicina: cura il tuo male perche' conosce Molte Cose, e anche perche' ha un Potere superiore al tuo. Un tempo lo aveva perche' gli veniva dalla divinita', oggi gli viene dal ruolo sociale, che e' piu' o meno la stessa cosa rifrasata in modo da non sembrare troppo anacronistica. Oggi la medicina e' basata sull'evidenza, quindi sulla scienza: ma fra i fondamenti scientifici della medicina e la pratica quotidiana del medico c'e' una certa distanza,che spesso finisce per portare l'immagine fuori fuoco. Anch'io, come Franco (chi si ritrova! E come passa il tempo) ho diversi medici in famiglia (padre, fratello, zii e cugini/e vari), tutti abbastanza bravi che io sappia, e di sicuro fortemente radicati nei principi scientifici della medicina: nondimeno, quasi tutti loro prima o poi hanno manifestato in qualche occasione il loro lato Guaritore, che per cio' che mi riguarda ho sempre potuto osservare (certo in misura molto diversa da caso a caso) anche in tutti gli altri medici che ho conosciuto. Quando mi e' capitato di essere curato in altri paesi la cosa era piu' o meno la stessa: sembra che necessariamente venga il momento, nel rapporto medico-paziente, in cui il principio di autorita' scientifica, che di per se' esiste in chiaroscuro in tutte le discipline, acquista anche valenze soprannaturali. Primo o poi, cioe', il medico ci impone le mani, almeno metaforicamente, e ci salva. Non e' cosi' p es in fisica: l'autorita' scientifica esiste eccome anche li', ma rimane confinata ai rapporti sociali e interpersonali, e non tocca realmente il contenuto scientifico del lavoro. Ma noi non salviamo la vita ai nostri simili, al massimo possiamo dire loro qualcosa su come salvarla.

Caro Dario ho letto con molto interesse il tuo articolo purtroppo per motivi di tempo non ho potuto leggere i post che credo siano altrettanto interessanti condivido con te tutto quello che hai riportato nel tuo articolo io credo che i vertici degli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi dovrebbero prendere in mano la cosa perché aldilà della disinformazione scientifica c'è anche un problema di pubblicità sanitaria vale a dire che questi personaggi che vanno in televisione o meglio che vengono invitati in televisione per fare audience il giorno dopo si trovano i propri studi affollati da quella utenza che ha abboccato e che ha bisogno della pillola giusta per dimagrire o per ingrassare o comunque per sopravvivere il problema a mio parere nasce da The China Study che è un bellissimo testo che però a mio parere è stato letto a culo in su e le informazioni che arrivano da questo interessante trattato sono state poi subordinate alla mistificazione di chi aveva interessi personali in questo settore. sono un medico e non mi vergogno assolutamente ad affermare che certe informazioni ci arrivano da una formazione non indipendente. E qui mi fermo perchè l'argomento si allargherebbe a macchia d'olio. io credo che un articolo come il tuo sia utile per denunciare una situazione ormai a livelli incontrollabili da parte nostra è necessario prendere posizione con segnalazioni ad hoc. ma anche qui è meglio fermarsi perchè se ciò non avviene è perchè ciascuno di noi potrebbe avere interessi nel mercato delle idiozie. ciao grazie Fernando

Sono stato in dialisi per alcuni anni, in una struttura privata regolarmente convenzionata con la sanità pubblica (dalle mie parti non esistono strutture pubbliche presso cui poter sottoporsi al trattamento). Il direttore sanitario e proprietario della struttura è un medico in forza al reparto di nefrologia di una struttura pubblica. Forte di una laurea in fisica, ed anche per ingannare l'attesa durante il trattamento, ho tentato di rendermi conto del rationale di alcuni dettagli del trattamento al quale venivo sottoposto, chiedendo informazioni e chiarimenti al personale medico. Alle mie insistenze, dato che, riguardo ad alcuni principi di conservazione, i conti non mi tornavano, il direttore sanitatrio in persona mi ha messo a tacere rivelandomi che "i prncipi della fisica non valgono e quindi non si applicano alla medicina, come è ben noto a tutti". Ho motivo di credere che un tale atteggiamento sia piuttosto diffuso in ambito medico.

Ma magari. Dopo aver letto tanta storia della medicina, penso che l'operato medico dall'alba dei tempi ad ora non sia stato declinato all'ombra del progresso tecnico, ma al concetto stesso di *intervento*. Come qualcuno ha scritto sopra, il medico è sempre stato anche un sacerdote. Chi è malato chiede che vi sia una intercessione. Prima verso gli spiriti, adesso verso un sapere tecnico, immaginato e pubblicizzato come enormemente potente.

I medici che avvicinavano la morte dei pazienti debilitati tramite salassi e purghe non lo facevano perchè erano scemi, ma perchè erano chiamati in causa come depositari di un sapere salvifico, e intervenivano con quello che avevano, non arrivando alla illuminazione che, se il campo è complesso e il modello analitico imperfetto, spesso è meglio non intervenire perchè si creano danni. Non è cambiato poi molto, anzi è "peggiorato" perchè l'oggettiva supremazia tecnica ha permesso ai medici di appropriarsi di un sacco di ambiti che prima venivano affrontati in altro modo, uno su tutti l'ambito del parto. Il progresso tecnologico e l'erosione (per motivi generazionali, educativi ed organizzativi) del rapporto di fiducia medico-paziente (che si instaura sopratutto parlando quando non ci sono farmaci da prescrivere) ha causato un aumento vertiginoso del ricorso a pratiche costosissime ed inutili (dunque dannose. Anche in diagnosi c'è il concetto di sovra-diagnosi. Un ECG inutile è un ECG che potrebbe rilevare una aritmia senza significato clinico, che conduce alla prescrizione di antiaritmici inutili, che causano morte improvvisa in un caso su diverse migliaia. Una mammografia di screening fatta prima dei 45 anni in donne non a rischio per il cancro al seno aumenta gli interventi chirurgici senza diminuire la mortalità).

Tutti i dati che abbiamo a disposizione indicano che, nel dubbio, il medico prescrive eccome. Altro che alzata di spalle. Prescrive perchè è il suo lavoro, e più prescrive più pensa di fare meglio il suo lavoro. Il nodo è qua, e andrebbe risolto nel percorso formativo. Prescrive perchè anche il paziente pensa che senza una prescrizione il medico non abbia svolto il suo lavoro, e se qualcosa va storto (e ahimè qualcosa va sempre storto, perchè morire prima o poi si muore tutti) il medico che non ha prescritto quell'esame a casaccio (perchè non c'era motivo di farlo) viene spesso portato in tribunale (che può anche dare ragione ai pazienti, perchè magistrati e giudici sanno una sega di cosa siano le linee guida, e i periti dicono un po' cosa vogliono le parti in causa), prescrive perchè le associazioni scientifiche di cui magari fa parte e le associazioni di malati di cui fanno parte i suoi pazienti sono necessariamente coordinate e supportate dalle industrie farmaceutiche. Chiunque lavori nel settore sa che dire questa cosa non significa tirare in ballo i complotti, ma prendere atto di una situazione dove gli interessi CI SONO e sono MOLTEPLICI, e vanno gestiti perchè tendano a generare più effetti virtuosi che effetti nefasti. Alla fine (ci sono un numero finito di situazioni in cui si può prescrivere un beta bloccante) il medico finisce col prescrivere l'integratore o lo zucchero. Ed è là che si incazzano tutti (tutti quelli che pensano di avere a cuore la scientificità del mondo), mica prima. Mica quando il 50% dei trial pre clinici (sui quali i medici basano le loro prescrizioni) non vengono mai pubblicati.

Secondo me la divulgazione scientifica questo dovrebbe fare, dovrebbe parlare a tutti *dei limiti* (intrinseci o pragmatici) della tecnica, non limitarsi a descriverne i miracoli e a puntare il dito contro i capri espiatori della non-scientificità. Però capisco che chi vuole coraggio, perchè i limiti strutturali dei domini evidentemente interessano a poche persone, tutti gli altri fanno pubblicità per qualcosa (anche per i modelli di pensiero, eh, e pure gratis. Vengono pagati in autostima)

Caro Dario, sono daccordo con il tuo discorso, però non posso non notare come per alcune persone il “potere mediatico del camice bianco” sia double-face a seconda dei momenti. Esempio: A) Un medico dice che bisogna evitare il latte perché è velenosissimo e berlo provoca millemila malattie. Il veganoide ortorettico estremista commenterà: "è un medico, sa quel che dice". B) Un altro medico dice che non è vero che il latte è veleno, il suddetto veganoide ortorettico estremista commenterà: "è un medico, pagato da Big Pharma per convincerci a mangiare cose velenose così possono vendere le medicine per curare i morbi provocati dal latte!!! Sveglia!!!!!"

Sono d'accordissimo invece che gli ordini professionali debbano prendere provvedimenti seri. Alla notizia del dietro front di Gava ho riso come un matto. Lui è uno dei capi. Ho una cara amica medico che ce l'ha a morte con Gava perché ai tempi dell'università aveva quasi convinto anche lei delle teorie antivacciniste, la prima volta che lo sentii nominare era stato proprio tramite lei per quella storia (poi è andata avanti negli studi e ha capito che propagandava vaccate, ma qualche altro giovane aspirante medico lo avrà bruciato). Se è costretto a smettere di fare proselitismo è una OTTIMA notizia!

caro Skeptical, a proposito di medici e fisica, se potessi rinascere e decidere del mio futuro e possedere le capacità di intelligenza necessarie, sceglierei forse di fare il fisico medico. A patto di non vedere il sangue però...

Alessandro, io non so quali divulgatori/giornalisti segui tu, però c'è anche chi parla dei trial preclinici mai pubblicati. E' uno dei pallini di Ben Goldacre. Tieni comunque presente che il giornalista ha comunque bisogno di qualcuno che voglia ascoltarlo, e non puoi essere monotematico altrimenti ti seguono solo due ritentivi anali dell'epistemologia medica Non a caso io qui parlo di meringhe, di nutrizione, di bistecca, di pestidi, ogm e pure di cazzate divertenti. Se diventassi troppo monotematico avrei una cerchia molto ristretta di persone a cui rivolgermi. Persone che probabilmente sanno già tutto sull'argomento. Ma non posso neanche fare il contrario, e parlare della qualunque, anche perchè semplicemente non sono titolato e parlo di cose che conosco abbastanza bene (quasi sempre). Quello della divulgazione è un mercato come un altro, con le sue regole.

yop, anch'io penso che sia un bel mestiere:lo fanno molti ex-fisici nucleari e particellari, e forse anch'io nella prossima vita. L'ideale sarebbe, potendo, prendere le due lauree e fare un PhD sul soggetto

Angela, questo avviso è arrivato lunedì a tutte le ditte che si occupano di plastica, per farti capire come vengono gestiti i servizi a Report.

Gentilissimi, Questa sera Report trasmetterà un nuovo servizio sulla plastica. Nonostante i ripetuti tentativi di contatto, la redazione ha ignorato la nostra volontà di scendere in contraddittorio e rispondere alle accuse, spesso senza fondamento, mosse ai materiali di cui ci occupiamo ogni giorno e di cui l'Italia rappresenta una delle eccellenze tecnologiche. Guardando la preview del servizio si può avere già un'idea dei temi e dei prodotti che menzioneranno. Si parlerà di melammina (rischi per l'uomo), ftalati, BFA, contenitori in plastica per i cibi, interazione di questi ultimi con il forno a microonde, rivestimenti per pentole antiaderenti, truffe e false dichiarazioni dei produttori della plastica, pellicole per alimenti, tovaglie antimacchia, plastica monouso a contatto con alimenti caldi, carta da forno. Per questo motivo abbiamo deciso di seguire la trasmissione con un team di esperti presso la sede di Federazione Gomma Plastica e rispondere in tempo reale al servizio attraverso un live tweet. Durante la trasmissione commenteremo con dei tweet dal nostro canale dedicato (https://twitter.com/gommaplastica). Useremo gli hashtag #report, #replica e #plastica in modo da inserirci nella conversazione. Per essere più efficaci vi chiediamo di retwittare i nostri tweet dai vostri profili personali e/o aziendali, usando gli hashtag segnalati e auspicabilmente senza commentare con frasi che rischino di farci passare dalla parte del torto. Inviateci pure nel corso della trasmissione i vostri commenti. Il nostro account Skype - UNIONPLASTFGP - rimarrà aperto per tutto il tempo. Siamo da sempre in prima linea per difendere gli interessi di chi fa eccellenza con la plastica. Adesso è giunto il momento di far sentire ancora più forte la nostra voce.

Enzo Cuoghi è riuscito nell'impresa di scrivere un "papiro" totalmente fuori tema, regalandoci delle perle complottare degne di nota e basando tutto il proprio cartello di illazioni su un'informazione totalmente travisata: il colesterolo di cui si parla, infatti, non è il totale ma la frazione LDL. Triplo facepalm.

A)- Dario, tuo malgrado sei caduto in un trappolone ben congegnato da Carrefour, sponsor sia del MIFF Awards 2016, sia di quella ricerca farlocca con cui Seralini ha cercato di dimostrare la pericolosità degli OGM. Di fatto hanno usato la tua indubbia autorevolezza per vendere meglio delle sciocchezze in “camice bianco”. B)- Non si può negare che in seguito alla Rivoluzione Neolitica, la nuova dieta a base di cereali abbia avuto degli effetti negativi sulla salute umana. Non a caso, il confronto tra reperti scheletrici di popolazioni paleolitiche e neolitiche che vivevano nella stessa area ha evidenziato che nelle seconde la statura media (lo sviluppo osseo, ed in particolare delle ossa lunghe, è un ottimo indicatore della salute) è diminuita di 16-18 centimetri in poche centinaia di anni. Da analisi più approfondite, si è anche evidenziato che tutte le 8 più importanti malattie infettive e le principali patologie cronico-degenerative, sono iniziate con il Neolitico. In effetti l’evoluzione genetica dell’Homo sapiens sapiens è stata condizionata per più del 90% da una dieta derivante dalla caccia/raccolta. Parafrasando Feuerbach (che qualcun altro ha già citato), direi che “l’uomo è ciò che ha mangiato”. C)- Guidorzi giustamente scrive che ci stiamo geneticamente adattando a questa “nuova” dieta, ma la seleziona genetica “elimina gli inadatti” solo durante la fase riproduttiva. Come sta evidenziando la Medicina Darwiniana (a mio giudizio la branca della Medicina attualmente più interessante) molte delle attuali patologie croniche/senili derivano da adattamenti genetici positivi durante i primi decenni di vita, ma che purtroppo si rivelano “negativi” in quelli successivi.

Fabio Maria De Rose, ci sono diverse inesattezze in quello che ha scritto sulla definizione di "dietista" e di "biologo nutrizionista". Il dietista è un laureato di primo livello in dietistica, non è autorizzato a elaborare diete senza la supervisione e il controllo di un medico. Il biologo nutrizionista ha una laurea magistrale in biologia (però può provenire da altri corsi di primo livello) ed è autorizzato a valutare i fabbisogni nutrizionali umani, lavorare in autnomia e prescrivere diete. Non può prescrivere terapie e farmaci. La dott.ssa di cui si parla, invece, è un medico ed è specializzata in oncologia. Semmai, è improprio definirla "nutrizionista", piuttosto che medico. Dario è stato così signore da non indicare i suoi riferimenti, quindi lo faccio io, che non sono altrettanto signore (e sono molto arrabbiato nei confronti di chi sparge disinformazione): https://web.uniroma1.it/dip_dmcm/sites/default/files/Rasio.pdf

Franco, coi tuoi punti B e C, riassumendo, affermi che una dieta a base di carne è più redditizia (migliore, giovevole, salubre) per l'organismo umano che una a base di vegetali?

Franco (veterinario) le malattie croniche degenerative aumentano con la durata della vita come anche il cancro. Nel neolitico come anche nell'era pre industriale l'incidenza di queste malattie era bassa. La statura non è legata necessariamente alla salute degli individui e nè con la dieta ma alla genetica delle popolazioni dato che esistono popoli di bassa o alta statura indipendentemente che siano cacciatori o agricoltori in buona o cattiva salute.

Mai dimenticare che spesso l'incidenza dei geni si riduce al 50% perchè l'altro 50% è influenzato dall'ambiente, che ne modifica in parte l'espressione

Dario, ma infatti ho premesso che non era una critica al tuo lavoro (ne stavolta ne' in generale), più che altro un discorso che mi sono sentito in dovere di fare e che infatti ho ripubblicato anche da altre parti una volta vista la lunghezza e la quantità di concetti che ci avevo infilato. Non penso neanche che si debba divulgare chissà quanto le nuances dell'epistemologia medica, che è giusto per i pochi disgraziati che ne sono affascinati. Però, questo sì, penso che alla pessima qualità del dibattito pubblico contribuiscano (non in egual modo, ma comunque in regime di coresponsabilità) sia le presenze pubbliche delle varie brigliadori, sia i toni con cui si parla di pseudoscienza in questi frangenti qua. Goldacre infatti è un mio idolo personale, perchè ha scritto un libro sulla memoria dell'acqua e sulle diete sceme, e poi un altro tomo chiarissimo sugli schifi della ricerca biomedica (e infatti credo se lo siano letto parecchie meno persone che "bad science"), e poi ha coordinato Alltrials. Meglio di così... Anzi, se più professionisti seguissero il suo fulgido esempio, si contribuirebbe di sicuro alla progressiva demolizione del mito della dicotomia fra establishment medico-industriale vs le piante depositarie delle energie cosmiche. Ma come, esistono medici che pubblicano libri sull'acqua fresca e lo zucchero E sulle follie di big pharma? Ma allora non è un complotto, è solo un casino, ecc ecc.

PS: sull'impatto dell'agricultura sulla salute dei singoli individui ha ragione franco(veterinario). Tutti gli scheletri dei cacciatori-raccoglitori che abbiamo trovato paiono presi da atleti olimpionici. Non confondete la fitness riproduttiva e la speranza di vita (evidentemente migliorate dalla formazione di società stanziali) con l'essere in ottima salute. Siamo ovviamente onnivori e generalmente tolleranti verso il glutine (ma vi sconsiglio di mangiare seitan per una settimana intera), ma prima della medicina moderna l'homo sapiens stava sicuramente meglio quando si stava peggio. Morivano dopo perchè era meno probabile morire di fame o uccisi da un bestio, ma morivano in pessima salute (mentre la speranza di vita al netto della morte traumatica o per sfiga dei cacciatori raccoglitori era parecchio alta). Perlomeno è quello che so io.

Non ho mai commentato prima d'ora ma seguo questo blog da tempo. Mi piace perché mi spiega cose che non conosco bene, mi suggerisce temi da approfondire, mi fa riflettere. Ah, anch'io, come Sergio, sono un medico. E difatti questa volta ci sono rimasta un po' male leggendo il post: le cose che ha scritto Sergio, più su, le conosco bene, e in quanto medico - con l'aggravante di essere donna e giovane - ci sbatto quotidianamente il muso. Capisco il punto di vista di chi si sente messo in ombra da un camice, ma penso che l'irritazione non andrebbe espressa, pur con le dovute cautele, contro un'intera categoria. Tanto più che paradossalmente sono proprio i medici più "rigorosi" a ritrovarsi sopraffatti: dalla fronda di colleghi ciarlatani, dalla diffusa corrente ciarlatanofila, dalla politica che ama vampirizzare la sanità (e quale vittima migliore di un medico appassionato? se gli tagliano i fondi lui si arrabatta comunque, pagando di tasca propria formazione di qualità e tempo da dedicare ai pazienti, mica come il luminare che fa surf sul conflitto d'interessi e che perciò sarà sempre tenuto su dall'onda)... è sconfortante sentirsi definire come "quelli di fronte ai quali gli altri hanno le mani legate", quando così di frequente a sentirci con le mani legate siamo noi. Tanto più che la mia percezione è esattamente contraria: basta la prima dietista, il primo personal trainer, che dicano "dai retta a me, lascia perdere il medico ché quelli sono tutti una casta", che immediatamente le mie parole valgono meno di zero. Ecco, io non mi sento parte di una casta, "la gang del camice bianco": piuttosto creiamo un movimento transprofessionale di guerriglia paper su paper.

Ho appena terminato di leggere “Il medico saltimbanco” di Giorgio Cosmacini, edito da Laterza. Penso che molti di Voi avranno letto qualcuno dei suoi libri, specialmente quelli che hanno studiato medicina. Tratta proprio del problema (ma mi spiace, per campanilismo parmigiano, definire il Bonafede Vitali come un ciarlatano-saltimbanco!). Grazie al dottor Bressanini per i suoi insegnamenti così importanti per me! Nonna Lina

Alessandro e franco: attenzione a distinguere. Un conto è dire che con l'agricoltura (e questo è documentato, lo racconta bene anche Jared Diamond) all'inizio la dieta è peggiorata e le malattie aumentate. Un altro come fa quel libro, dire che noi non siamo "geneticamente adatti" ai cereali, e legare questa affermazione SENZA PROVE all'aumento della celiachia o a intolleranze presunte. Su Contronatura abbiamo analizzato ben bene tutta la questione e raccontato come non sia affatto così.

Francesca, ma io mica me la prendo con la "kasta" dei medici ("pakati dalle cative multinazionali" ) Faccio pero' notare, che ne siate consapevoli o meno, che un vostro "parere" ha un peso enorme sul pubblico, solo perche' siete medici, e ne dovete tenere conto. Su Facebook ci sono delle risposte esilaranti a questo articolo, tipo: "Un chimico che parla di medicina la fa fuori dal vaso, mentre un medico puo' benissimo parlare di chimica perche' lui sa cosa accade nel nostro corpo". Confermando esattamente quanto scrivo (solo che ovviamente non se ne rendono conto, persi nel loro confirmation bias) E comprendo anche perfettamente che quando due camici bianchi si scontrano a maggior ragione "vince" l'alternativo. Ma vince proprio in virtu' dello stesso meccanismo. Se ci abituassimo tutti a non difarsi mai sulla parola e a chiedere sempre le prove sarebbe un bel passo avanti

La Dott.ssa in questione specializzata in oncologia medica è diventata ricercatore universitario nel settore scientifico disciplinare MED/06 (Patologia), lo stesso dell'ex rettore Frati, poi nel 2011 ha cambiato settore ed è passata a MED/49 Scienze tecniche dietetiche applicate. La sua produzione scientifica dal 1994 (prima pubblicazione) fino al 2009 era nel campo dell'oncologia e dimostra anche la sua ricerca effettuata all'estero. Poi succede evidentemente qualcosa e cambia settore, ma la sua prosuzione scientifica risulta molto scarsa. Fonti: MIUR; PubMed.

P.S.: sono un medico che fa ricerca di base.

@Dario: sì sì, certamente, quelle lì sono affermazioni senza capo ne' coda.

Personalmente, il libro in assoluto più affascinante (non tecnicamente migliore) che abbia mai letto sull'argomento è The New Evolutionary Diet ( https://www.amazon.com/New-Evolution-Diet-Paleolithic-Ancestors/dp/1609613767 ), di Art deVany, al secolo autore dei più apprezzati lavori di analisi del rapporto fra investimenti e ritorni economici nei botteghini di Hollywood (il background me lo ha fatto subito stare simpatico: ha sostenuto per decenni che nessuno poteva prevedere niente). In pratica è un approccio estremamente decostruito ed analitico (e in effetti ben ricercato, l'appendice con le citazioni occupa 1/5 del libro) alla dieta paleo. Le conclusioni sono molto, ehm, particolari, ma il modo con cui ci arriva è talmente trasparente ed umile da renderla una lettura divertentissima. Qualche sfondone lo tira, ma li tirano tutti e sopratutto è difficile non farlo quando si esce *così tanto* dal seminato (ah ah ah), ma è una lettura illuminante.

Più in breve, qualcun altro ha concluso che il miglior approccio qualitativo, quantitativo e distributivo all'alimentazione sia il calendario ortodosso. True story.

Difarsi?? e poi bisogna fidarsi dei chimici. Siccome ho da poco letto "Io ho ragione, tu hai torto (un dialogo filosofico) di T.Williamson", mi permetto di dire la mia. Ma se si va a vedere le pubblicazioni scientifiche del dott. Bressanini cosa troviamo su, ad es, PUBMED? pochino, mentre il mio medico della mutua, una signora gentile senza visibilità mediatica in una ASL periferica, ha firmato 6 lavori. Dunque a chi credere? Si badi, credere, dare fiducia perchè cosa è vero ( a volte anche solo sapere cosa è, ontologicamente) è fuori dalla nostra portata. E credere non è razionale, è emotivo. Ne segue che crediamo a Bressanini vs medici emotivamente, e analogamente se crediamo ai medici vs Bressanini. Vale anche per il caso Bressanini vs un medico specifico, si crede emotivamente al primo o al secondo. Ad esempio per le nostre passate esperienze, o perchè Bressanini o il medico ci ricordano il vecchio saggio di un libro letto vent'anni fa, o perchè i medici sono quella categoria a cui se chiediamo che ora è ci rispondono: con ricevuta fiscale o senza? o perchè la chimica è una scienza (più o meno) esatta mentre la fisiologia proprio no, o per cento altre ragioni. Ne segue quindi che tutti gli interventi sono al più testimonianze di una personale emozione, come l'articolo iniziale.

Insomma, non è ora di ritornare alla cottura delle bistecche?

Era molto tempo che non leggevo qualcosa di cosi' interamente vuoto come l'ultimo intervento: a parte qualche schizzetto di guano, voglio dire. Si crede cio' che si pensa sia vero, e si crede anche con emozione: ma difendere il contenuto di verita' delle leggi naturali non e' preferire un'emozione a un'altra. Pensare che le leggi della chimica o della fisica siano costrutti dell'emozione e' davvero curioso, e potrei chiedere se si crede veramente che quando si cade dalla finestra l'accelerazione e l'energia cinetica finale, quella che, trasformata in energia termica, riduce le ossa a un mucchietto di tessuti non strutturati, cambiano a seconda dello stato emotivo di chi cade: ma so che non lo crede neanche l'autore, e che quindi sostanzialmente parla per dare aria ai denti.

@Dario @Manlio Ma già il comunicato stampa miffawards era sbilanciato, come si può definire un docente universitario come Bressanini solo come "giornalista" e l'altra come "prof.essa", così la ggente parte già prevenuta. Corretto sarebbe stato "professore e divulgatore scientifico". Che poi, essere ricercatrice universitaria basta a fregiarsi del titolo di porf.essa? Non so, chiedo.

@ Skeptical, ciao! Antica simpatia ricambiata! Tempora labuntur... C'era quello che cadeva dalla finestra al decimo piano: Finora tutto bene, diceva al nono; finora tutto bene, diceva all'ottavo; finora tutto bene, al settimo.... Certamente la forza della suggestione l'ha salvato!! O no??

Io posso essere chiamato prof (aggregato) solo quando insegno. Quindi avrebbero dovuto chiamarmi solo dott. Ma là fuori chiunque insegni e lavori all'università è chiamato prof

@Dario capisco, ma rimane la disparità di trattamento già di partenza, che non può che influenzare l'uditorio.

mi è partita una standing ovation a ogni paragrafo!! Oggi mi sento meno sola a questo mondo e ritrovo fiducia nell'umanità. Ho passato le ultime settimane a cercare di convincere un'amica a non credere a tutto quello che legge in internet e soprattutto a non ripubblicarlo, ottenendo solo un "guarda che io parlo perchè so, mi sono informata, sto studiando naturopatia" e lì ci ho rinunciato! ma non ho rinunciato a indignarmi per ogni boiata che trovo pubblicata e per ogni medico o biologo nutrizionista che sostiene assurdità o che inventa patologie non riconosciute dalla medicina. Ci sono quasi tutti i miei crucci degli ultimi tempi in questo articolo, mancano giusto le scie chimiche (a propostito, la fiducia nell'umanità l'ho persa quando ho scoperto che ci sono persone che "mangiano zeolite"). Davvero grazie, dopo Gava, leggere questo articolo mi fa definitivamente terminare la settimana con un sorriso!!

Sono ormai un paio d'anni che nel mio tempo libero mi piace bazzicare per i forum/siti che parlano di medicine alternative, bufale e complotti. Capita spesso che gli autori di strampalate "medicine", o gli accaniti sostenitori anti-OGM, non siano persone con un bagaglio di nozioni scientifiche di basso livello. Spesso gli anti-vaccinisti sono medici, gli anti OGM sono biologi o biotecnologi ecc... Cosi mi sono iniziato a domandare: "Come possono certe persone, dopo aver affrontato un determinato percorso di studi, proporre soluzioni o argomentazioni degne di un romanzo fantasy o comunque con presenti al loro interno errori "imbarazzanti" ma non considerati tali? Cosa ne ricavano?". Il mio pensiero (ho un po una visione malsana della società) è che costoro abbiano intrapreso un determinato percorso di studi mirando non tanto ad acquisire una consapevolezza scientifica dell'argomento, ma con l'intento di essere qualcuno non appartenente alla massa. Qualcuno che si distingue per i suoi pensieri/invenzioni. Forse si sono scontrati con un muro però, che credevano fatto di terra, mentre in realtà è di solido cemento. La chimica è molto più complessa di quanto uno si aspetti magari avendola fatta un po al liceo. La medicina altrettanto, e cosi via. Forse proprio delusi da questa difficoltà finiscono per inventare teorie molto fantasiose. Aprono il loro piccolo blog, la loro pagina facebook e ciò gli permette in un certo modo "visibilità". Ecco che poi finiscono anche in trasmissioni televisive (cosa che secondo me dovrebbe essere regolata) e boom. ecco che da un qualunque laureato sei diventato "Il sostenitore della pincopallino cura/prodotto". Un qualcuno di "speciale". Un'altra analisi che mi sovviene in mente da un po di tempo (ma magari questa è abbastanza soggettiva), è di come l'apprendimento sia diventato "passivo". Vedo continuamente la gente che si limita a mettere su carta e successivamente in testa le parole del docente. Non vi è molto spesso alcuna interazione, dialogo, discussione e per quanto i docenti spronino alla partecipazione attiva molti non sono raggiunti. Manca la parte "ragionata" dell'apprendimento, quella che permette di sviluppare una mente critica e raziocinia. E questo secondo me non fa altro che agevolare la proliferazioni di queste teorie pseudoscientifiche nel caso uno dei suoi sostenitori sia un docente per la semplice (sbagliata) regola :"se lo dice il professore allora è cosi per forza".

Si',quel che scrive Orpheus e' molto giusto e condivisibile. Aggiungo solo un altro possibile meccanismo, che mi e' gia' capitato di far notare in qualche occasione: il ricercatore che evolve in attivista. Magari si comincia a tempo parziale, ma poi si sa che nella maggior parte dei casi l'unico modo di restare attivista e' a tempo pieno. L'attivismo, il dedicare la propria esistenza a una causa ritenuta nobile e importante, secondo me porta prima o poi a ignorare la realta', anche perche' sfortunatamente piu' di una causa nobile e' anche una causa persa (ma ammetto che questo e' un punto di vista personale). Se cominciamo a ignorare la realta', la strada e' segnata: dai complottismi alle agricolture biologiche, dal Big Pharma alla congiura dei frigo abbandonati dai renziani, si arriva in poco tempo a mettere sullo stesso piano la conoscenza - scientifica - della realta' (che esiste, e' vasta e solida ed evolve senza spargimenti di sangue da quattro secoli, anche se indubbiamente e' parziale e soggetta a revisioni) e le balle pseudoscientifiche di ciarlatani piu' o meno paraculi, specialmente in ambito ambientale, energetico e medico. Se qualcuno e' contro l'establishment e' probabile che abbia ragione *anche in campo scientifico*.Si ignora cosi' il triste destino di tutti coloro che li hanno preceduti su questa strada, da Lenard, premio Nobel e in seguito sostenitore della fisica ariana antirelativista contro Einstein, al dott. Bonifacio che curava il cancro con il sangue di capra, a Di Bella, a Stamina, all'energia infinita e gratuita dal vuoto osteggiata dalle multinazionali, alla cold fusion, etc. Fra l'attivista puro di cuore e il ciarlatano avido di quattrini la distanza e' spesso piu' breve di quel che si creda.

Maledetti medici, d'ora in poi non mi ammalerò più!

E maledetti chimici, d'ora in poi non esisterò più!

al discorso di Orfeo sopra le condizioni del il metodo di studio e le conseguenze che ne derivano ci penso spesso, specialmente ora che posso confrontare come studiavo io - oltre ai prof c'erano i libri nelle biblioteche da raggiungere e manipolare fisicamente, punto. Che mi sembro un Flintstones se ci ripenso - a come possono studiare oggi le persone volenterose - i passivi solamente a caccia del voto sul libretto e del titolo finale ci son sempre stati - sia giovani o ricercatori dentro un percorso di studî, sia tutti-gli-altri, con il web e internet a disposizione.

Oggi con il web e internet a disposizione non ci sono piu' scuse verso chi è ignorante, sia passivamente perché non ne fruisce, il che è piuttosto grave ma in taluni casi scusabile, ma specialmente verso chi lo è in maniera attiva, cioè chi fruisce di questo strumento potentissimo solo per amplificare la propria ignoranza, il che è inscusabile e abominevole.

I risultati li stiamo vedendo, quale sarà il loro effetto non so dire.

Dario, ho un commento moderato in moderazione. Grazie.

Franz, come ho scritto, le indagini comparative sui differenti sviluppi ossei sono state fatte su resti trovati nella stesse aree del Vicino Oriente dove è iniziata l’agricoltura. In particolare in siti del periodo Natufiano. Se da noi l’introduzione della Rivoluzione Neolitica è stata di tipo demico e non culturale (come ha dimostrato Cavalli-Sforza), nel Vicino Oriente si ipotizza (anzi, in molti ne sono certi) che sia successo il contrario. L'aspettativa di vita durante il Paleolitico negli uomini era bassa a causa di frequenti incidenti di caccia, ma comunque più alta rispetto al Neolitico. Lo stesso nelle donne, che avendo meno gravidanze e più intervallate, erano meno soggette a mortalità da parto. Oltretutto avevano meno problemi anche per un migliore sviluppo delle ossa del bacino. Tale problema si è poi attenuato quando si è diffusa la tolleranza al lattosio.

Yopenzo, il cibo derivante dalla caccia e raccolta è troppo diverso rispetto a quello ottenuto dall’agricoltura-allevamento, per cui è fuorviante fare paragoni. Basti pensare alle diverse caratteristiche non solo organolettiche, ma anche nutrizionali tra le carni della selvaggina (per lo più carni derivanti da animali adulti) e quelle pallide ed insipide dei nostri animali domestici. Per esempio il rapporto Omega3/Omega6 nelle prime è di 1: 2 - 1:3, nelle seconde è di 1: 20-1: 30. Lo stesso per i cibi vegetali, che derivavano da centinaia di specie diverse (tal quali), mentre ora il 90% degli alimenti vegetali derivano da sole cinque specie e perdipiù modificate/raffinate. Un cacciatore paleolitico vestito di pelli in piena epoca glaciale, aveva anche esigenze diverse rispetto all’attuale impiegato di banca.

Dario, hai ragione. Con la mia annotazione volevo solo ricordare quanto l’agricoltura e l’alimentazione abbiano poco di “naturale” e che siano invece dei processi in continua evoluzione.

La follia è che l'ordine dei medici, che dovrebbe tutelare la salute pubblica e la scientificità della professione accetta senza problemi la prescrizione non solo di acqua al prezzo del platino ma pure di fiori di Bach (che sarebbe meglio lasciar vendere ai fiorai), di intrugli ayurvedici e via dicendo. Invece è ridicolo vedere la passione con cui i vegani sostengono che invece cereali e verdure sono l'unico nostro alimento naturale e che le carni fanno malissimo perché il nostro organismo non è adatto 😊

Io piuttosto che di potere mediatico del camice bianco, parlerei di potere mediatico dei moderni stregoni. I medici sono a tutti gli effetti gli stregoni di centinaia di anni fa.

Franco (veterinario)La correlazione tra poverta e statura non è certa in quanto ci sono paesi poveri dove la statura media della popolazione è paragonabile a quella dei paesi ricchi(Es. la Somalia). Sembrerebbe però che esista una correlazione tra consumo di carne e aumento della speranza di vita http://www.unipd.it/ilbo/content/siamo-carnivori-e-viviamo-piu-lungo. E che confermerebbe la mia teoria che avevo esposto qui "il culatello ci uccidera"

Franz, il termine povertà “c’azzecca” poco con le definizioni di Paleolitico, Mesolitico o Neolitico. Una banda di cacciatori-raccoglitori liberi di vagare su un territorio vastissimo, erano più o meno “poveri” rispetto alle migliaia di abitanti di Catal-Huyuk (il più grande insediamento del Neolitico aceramico) che avevano scelto di vivere ammassati in spazi ristrettissimi? Dal punto di vista dell’abbondanza di manufatti, questi ultimi erano più “ricchi”, ma come dimostra la loro altezza media stavano decisamente peggio rispetto a popolazioni paleolitiche che vagavano negli stessi territori qualche migliaio di anni prima. L’articolo postato mi sembra raffazzonato (con evidenti errori) e troppo determinista. Sono un convinto onnivoro, ma non credo in una correlazione tra consumo di carne ed aumento della speranza di vita. Lo conferma l'età media di argentini, uruguagi, Inuit o Sami: tutti popoli che mangiano carne a colazione, pranzo, cena ed anche merenda!

Una persona è ricca quando dopo aver mangiato bene, aver un posto comodo per dormire, ha ancora del tempo libero per lo svago. Se deve occupare tutto il giorno per procurarsi lo strettamente necessario non è ricca

l'ingegnere (io) è quello che di fronte a un esame del sangue alterato, ma non tanto sopra soglia, chiede al medico clinico "qual è l'incertezza associata alla misura" e rimane basito sentendosi rispondere "il risultato è esatto"

Probabilmente il medico intendeva dire che il dato era stato ricontrollato, ma anche dal resto della conversazione sono emersi diversi elementi a favore della scarsa conoscenza della statistica Credo che questa carenza, unita alla relativamente limitata formazione in fisica e chimica che ricevevano i medici fino a non molti anni fa, possa costituire terreno favorevole alla crescita -anche in buona fede- delle "credenze" poco scientifiche richiamate da Dario.

Esilarante un tweet di Paolo Attivissimo: "Omeopatici, vista la diluizione estrema dei vostri prodotti, posso pagarvi con euro molto diluiti?"

per favore non usate i termini fantasy e fantascienza a proposito dell'ignoranza e presunzione di certi" professionisti:"Tolkien e Asimow per citare solo due autori ,non meritano d'esser confusi con quella genia!

@ diana h 0.52 Sicuramente ha rivolto la domanda al medico sbagliato. Il medico che si occupa degli errori di misura degli esami del sangue non è il clinico, ma il medico di laboratorio. Che le avrebbe risposto citandole il Coefficiente di Variazione di quel particolare test. Ma forse la sua domanda era formulata per ottenere informazioni non sul CV. ma per capire se il suo risultato era veramente al di fuori degli intervalli di riferimento (o per sapere se gli intervalli di riferimento scelti dal laboratorio fossero quelli adatti a lei, o altro...) Potrebbe essere tutto basato su equivoci non chiarificati. È sicuramente la colpa maggiore è stata del medico che non si è dimostrato capace di capire la richiesta vera.

Franco (veterinario)"Lo conferma l'età media di argentini, uruguagi, Inuit o Sami: tutti popoli che mangiano carne a colazione, pranzo, cena ed anche merenda!" Questi popoli vivono più a lungo dei popoli prevalentemente vegetariani(indiani,bengalesi ecc.). "la loro altezza media stavano decisamente peggio rispetto a popolazioni paleolitiche che vagavano negli stessi territori qualche migliaio di anni prima." Non tutte le popolazioni di cacciatori-raccoglitori che vagavano allora erano più alte in statura rispetto ai popoli agricoltori per cui la correlazione cacciatori-raccoglitori alta statura e agricoltori bassa statura non è sempre certa.

A onor del vero, Su Pubmed è difficile trovare pubblicaioni di Cimica-Fisica (ambito biomedico), se invece si va su Scopus il Dott. Bressanini ha la bellezza di 60 pubblicazioni scientifiche.

testimonianza....... un mio caro conoscente conduttore di una azienda agricola con un distributore di latte fresco crudo collocato all interno di un negozio riusciva a vendere 200 litri di latte al giorno e come lui altri suoi colleghi ........... ore 20.15 di un venerdì sera di 4 anni fa' su un canale rai durante un telegiornale ...intervista ad un professore che dichiarava :latte crudo?significa tornare indietro di 50 anni con tutti i rischi che ne consegue . il lunedì seguente consumo crollato a 80 litri 120 in meno e cosi e' rimasto

io sono del 69 e da subito le aziende produttrici facevano largo uso del parere dei professori in televisione per indirizzare i consumi . chi non ricorda gli speciali sulla margarina considerata molto meglio del burro . pensate uno spot del genere adesso che ridere

Giulielmo, concordo con te. Da questo punto di vista è dimostrato che le popolazioni paleolitiche ed anche le attuali residue popolazioni di cacciatori-raccoglitori, avevano/hanno più tempo libero per socializzare rispetto a confinanti ed analoghe (dal punto di vista numerico) popolazioni di agricoltori. Anche da questo punto di vista l'addomesticamento di piante ed animali è stata una "perdita". Interessante è capire perché questa "rivoluzione" (fino ad ora la più importante nella storia umana) sia stata dal punto di vista darwiniano ( le nuove idee, subiscono una selezione analoga alle mutazioni genetiche) "vincente". Al pari dell'antropologo René Girard, credo che l'origine della cultura/coltura (a partire ovviamente dalla domesticazione di piante ed animali) non sia economica (Marx), né sessuale (Freud), ma religiosa. Nel senso etimologico. Il primum movens della domesticazione non è quindi stata un'esigenza pratica/economica, ma "sacrale". Per le prime comunità sedentarie di cacciatori-raccoglitori, gli aspetti positivi "sacrali" furono evidentemente più importanti degli aspetti negativi derivanti dall'agricoltura/allevamento. E' comunque importante ricordare che la correlazione causa/effetto di molte patologie è recentissima.

Franco Vet, Penso, ma non so se lo penso solo io, che il passaggio alla domesticazione abbia dato un immediato senso di sicurezza che chi cacciava e raccoglieva non aveva. Pensiamo a cosa possa essere capitato quando due gruppi si trovarono ad in seguire una preda che ogni gruppo considerava già sua

Caro aulevan, io ho 20 anni piu' d te: ti sei perso le campagne di informazione nelle scuole elementari anni '50 per la bollitura del latte, a scanso di tubercolosi prima di tutto il resto ( e forse anche quelle per scoraggiare i ragazzi dal gioco con le bombe inesplose frequentemente trovate da chi giocava a pallone nei prati alla periferia delle citta'). Penso che malgrado i grandi progressi negli allevamenti,nellaproduzione e nella distribuzione, il latte crudo sia un pericolo potenziale serio, per la relativa facilita' di contaminazione, la grande valenza come brodo di coltura per ogni tipo di microorganismi e il larghissimo consumo. Tempo fa sono capitato su un sito EFSA,dove si dice che in anni recenti circa 5 focolai infettivi/anno in Europa sono riconducibili a consumo di latte crudo, evidentemente perche' a volte il latte crudo viene comperato e consumato senza bollirlo. Vengono a volte sollevati argomenti ridicoli come i lconfronto con il rischio da ustioni nella bollitura del latte, che ovviamente non hanno nulla a che fare con un giudizio obiettivo sui rischi del latte crudo: anche il consumo di spaghetti presenta rischi da ustioni, senza che nessuno proponga per questo di mangiarli crudi.

Giulielmo, sbagli per molti motivi. Innanzitutto le probabilità di litigi sulla selvaggina, con meno di 5 milioni di cacciatori sparsi su tutta la terra, erano pari all'attuale vincita all'Enalotto o Totocalcio: esiste ancora? Inoltre, nessun radicale cambiamento nella storia umana è stato determinato dal soddisfacimento di necessità, ma piuttosto dal soddisfacimento di desideri. Nel senso etimologico. I primi tentativi di allevare un animale selvatico, (per esempio un cinghiale o un caprone, che sappiamo essere il secondo animale domesticato dopo il cane), deve essere stato decine o centinaia di volte più faticoso che ucciderlo a caccia. E questo deve essere durato per parecchie centinaia di anni. Sicuramente la motivazione "pratica/economica" dell'allevamento non sta in piedi.

interessanti molte cose dette. Io faccio l'informatore del farmaco da molti anni e, se gradite, posso condividere alcuni piccoli spot personali sul ruolo dei medici e ciò che ci gira intorno. Come è stato fatto notare, il mestiere, la posizione del medico assumono (ancora oggi o ancor di più oggi) valenze peculiari perché riguardano la salute e la morte. Un medico, anche quello di base di un paesino o forse spt costui, fatica ad avere una vita in cui il ruolo professionale non lo accompagni in ogni momento della vita extralavorativa. Non accade, almeno non con questa magnitudine, per altre professioni. Mi pare di avvertire, negli ultimi anni, che la visione del paziente riguardo la figura del medico cominci ad essere ambivalente: da un lato prevale ancora il principio di autorità, dall'altro un senso di sfiducia sta montando, forse nutrendosi della risposte, alternative o meno, della rete, forse, come é stato fatto notare, della percezione della distanza tra un'implicita promessa di risoluzione e l'evidenza che non é sempre così. Per un medico oggi é complicato non rispondere con una prescrizione, un trattamento, un esame, alle necessità del paziente che é divenuto più "attivo", così come non é facile spiegare la parzialità e la temporaneità delle migliori risposte mediche. L'oggetto della scienza medica é eterogeneo e non sempre tutti i parametri (genere, età, razza, terapie concomitanti, spt genetica individuale) sono individuabili anche dal miglior trial, e comunque valgono in media (quindi l'EBM non emancipa il medico da un'attenta valutazione personalizzata). Se si può accettare che il consensus sulla materia oscura del cosmo passi da hot a warm é più difficile spiegare come una pratica medica ritenuta la migliore fino a quel momento possa essere soppiantata o addirittura sovvertita, perché nuovi lavori indicano così (o meglio la valutazione del corpo dei lavori da parte di un gruppo interessato indica così). O spiegare che molte pratiche non hanno un consenso condiviso perché non é stato possibile dimostrarlo, o che ci siano diversi livelli di evidenza (?!). D'altro canto essendo stato per anni uno sparacazzate professionista so bene che molti medici stessi vivono con un certo disincanto le linee guida, perché spesso non hanno gli strumenti culturali per fare valutazioni autonome e/o perché si rendono conto del fatto che i promotori sono in conflitto di interesse (mica sempre per le pressioni delle aziende farmaceutiche ma perché attori delle pratiche di cui si parla, difficile che uno si auto-depotenzi). Non ho letto Goldacre ma avverto sempre più presente, anche se ho un cono di visione minimo, una critica interna nel mondo medico-scientifico. Gli esempi informati fatti da qualcuno prendono solo i lati negativi della questione ma io leggo spesso esempi di lavori che mettono in evidenza debolezze ed effetti collaterali imprevisti nell'uso eccessivo dei farmaci (banalmente su siti come Pharmastar) senza contare l'attivismo per la modulazione esercitato delle autorità sanitarie (magari per motivi prettamente economici) e le varie iniziative come Alltrialls e Slow medicine. Personalmente credo che l'auto-correzione sia presente e che sia più efficiente rispetto a qualche anno fa anche se non ho parametri da presentare ma solo un sentiment a proposito. Concludo osservando che le medicine alternative si fanno a loro volta promotrici di certezze alternative e che il debunking di qualità (es. Medbunker) non si fa remore di criticare anche le pratiche allopatiche se avverte un gap tra i vantaggi effettivi e la precipitosità della loro adozione. Saluti

Ciao Dario la miglior difesa è l'attacco. "Stia zitto lei che è un medico e di chimica non capisce un'acca"

Rispondo anche a Franco pur non essendo un esperto. Definire secondo me addomesticamento e coltivazione come eventi dipendenti da uno scatto di volontà estemporaneo mi pare possa essere non corrispondente alla realtà. Così fosse certo che non ci troverei nessun vantaggio evidente. Forse proprio in risposta ad eventi di caccia si sono catturati piccoli, poi nutriti e tenuti con se. É più facile che il fenomeno sia stato graduale come l'avvicinamento del lupo all'uomo e che le modifiche comportamentali siano state selezionate col tempo, come successo per i gatti che, in Egitto, venivano attratti dalle popolazioni muri e dei granai. Visto come un processo non esclusivo, ritengo difficile non vedere in certe forme, inizialmente parziali, un vantaggio alimentare e di risparmio di fatica. Sull'agricoltura faccio più fatica ad immaginare una cosa analoga perché immagino che i primi passi siano talmente difficoltosi da rendere difficile pensare ad una scelta legata a vantaggi immediati, anche perché mentre l'allenamento non obbliga alla stanzialità, l'agricoltura sì (anche se non é del tutto vero neppure quello se ancora oggi ci sono popoli che si postano-bruciano-coltivano-si postano-etc). Mi piacerebbe sentire altre opinioni a proposito

la cosa grave che questi distributori del latte crudo sono sottoposti a controlli che neanche le centrali del latte lo sono ma non mi dilungo perché' ci vorrebbe sei mesi per spiegarla quanto di marcio c'e' sull'informazione..... l'unica cosa positiva che e' in aumento chi cerca di capire e scegliere il meglio per se' e per gli altri e di conseguenza l'informazione marcia si adegua adoperando sistemi sempre più' faziosi............ RIMANE SOTT'INTESO IL FATTO CHE ESISTONO DEI DIVULGATORI DI VERITA' CHE TANTO DANNO A TUTTI MA LORO SOLO SANNO LA FATICA CHE DEVONO FARE FARSI ASCOLTARE UN GRANDE GRAZIE A TUTTI LORO!!!!

Salve, scusate se vado fuori tema rispetto all'argomento trattato, ma volevo chiedere una cosa su cui da tempo mi faccio delle domande, non so se l'argomento sia già stato trattato in questo blog, mi pare di no, ma credo che il luogo sia quello giusto. La mia domanda è: è vero che, quando si bevono alcolici, è bene aumentare la gradazione alcolica per evitare di star male? Ossia: l'ideale sarebbe cominciare a bere bevande a basso contenuto alcolico andando via via aumentando la gradazione, piuttosto che il contrario, cioè magari bersi un bicchiere di vino a 12 gradi e poi bersi una birra a 5 gradi. La spiegazione che ho letto (non ricordo dove) sarebbe questa: quando si beve una bevanda alcolica l'organismo si "tara" per smaltire l'alcol presente in quella determinata gradazione. Quindi se bevo un calice di vino a 12 gradi e poi una birra a 5 gradi, sempre stando alla spiegazione che ho letto, l'organismo viene "ingannato", nel senso che essendosi "tarato" sui 12 gradi del vino quando poi si beve una birra a 5 gradi l'alcol non verrebbe processato dal fegato (tarato sui 12 gradi o più) e verrebbe assimilato senza essere "filtrato" dal fegato (o qualcosa di simile) e quindi sarebbe molto più dannoso in quanto non verrebbe, appunto, filtrato e reso meno dannoso dai normali meccanismi di assimilazione epatici ecc ecc... Non so se mi sono spiegato bene, spero di sì! Questa storia è vera o no? Eventualmente, se l'argomento è già stato trattato, mi potreste fornire un link? Grazie e mi scuso per il fuori tema.

Argomento tangenziale al camice bianco . In Italia, non so altrove, quando ti trovi in questioni con qualcuno che avendo i titoli di Avv., Dott., Ing. e via laureando, la prima cosa che costoro presumono è che tu sia un emerito descolarizzato, un paria, insomma . La categoria più antipatica è quella avvocatesca, almeno per le mie esperienze, culminata ad una serie di raccomandate inviatemi da una Avvocata che assisteva un vicino di casa di mia madre in montagna . Manco mi conosceva, neppure le avevo scritto e costei mi inviava missive di una straffotenza unica . Scocciato, ho preso carta intestata dell'azienda, una multinazionale ove lavoravo ove compariva la seguente intestazione : Dott. X Y responsabile Ufficio Progettazioni, Relatore con ns. Uffici Tecnici all'Estero . Da quel momento il pallone si è sgonfiato . Ma che si debba esibire il proprio titolo di laurea per essere qualcuno ?

eh certo che è così caro hector, che se no il famoso "pezzo di carta" non sarebbe tanto ricercato. Specialmente da chi non se lo merita.

Robo, chiedo venia se non sono stato chiaro (l'argomento è troppo complesso per discettarne in poche righe), ma la domesticazione di alcune specie di animali non è avvenuta per intenzionalità (e cioè con un progetto/scopo), ma per serendipità. Ora non voglio/posso entrare nei dettagli, ma sommariamente l’uomo non stava cercando di mangiare di più o di faticare di meno, ma stava cercando un “capro espiatorio” per ridurre gli inevitabili conflitti sociali dovuti non più ad una vita nomade come era avvenuto per migliaia di anni, ma a una vita sedentaria in grandi (relativamente) comunità. Contrariamente all’opinione comune, la sedentarietà ha preceduto sia l’agricoltura che l’allevamento. Una prova evidente l’abbiamo per esempio da Gobekli Tepe, creata da grande comunità di cacciatori-raccoglitori sedentari. L’addomesticamento del cane (avvenuto già in epoca paleolitica e che non deriva affatto dal lupo come comunemente pensato) ha fornito sia l’esempio che i mezzi per altre domesticazioni. I gatti sono arrivati in Egitto dal Vicino Oriente già ben addomesticati.

Franco (veterinario) Uno dei grossi problemi della caccia era la disponibilità di cibo che non era sempre certa specialmente a certe latitudini con l'allevameto del bestiame e l'agricoltura l'uomo ha cercato di risolvere questo grosso problema. l'addomesticamento e l'agricoltura sono stati la base su cui si sono sviluppate e hanno poggiato tutte le civiltà antiche e moderne grazie alla maggior disponibilità di cibo anche se questo ha creato il terreno fertile per le epidemie arginate però dal maggior numero di individui. In questo articolo di le scienze viene smontato il mito della salute impeccabile delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori. http://www.lescienze.it/news/2013/06/08/news/dieta_paleolitica_errori_cacciatori_raccoglitori-1692125/

Franco Vet mi hai appena smontato una convinzione che davo per granitica ed inossidabile...come sarebbe a dire che il cane non deriva dal lupo? E tutti i cani moderni da che animale deriverebbero? Sono spiazzato.

L'esempio di Gobekli Tepe invece non lo considererei una prova, se ci fosse anche stata una popolazione di cacciatori/raccoglitori che fosse diventata sedentaria senza domestucazione ed agricoltura non è detto che sia stato lo stesso anche per tutte le altre. Poi il problema di una comunità è il numero di individui ad essa appartenente e la necessità di sfamarli tutti, rimanendo cacciatori/raccoglitori avrebbero esaurito le risorse intorno al loro villaggio in brevissimo tempo costringendoli a lunghi viaggi per portare a casa il cibo tutti i giorni.... non credo sia possibile essere stanziali (a lungo) senza produrre nulla.

la mia impressione è che troppi antropologi e similari amano circondare i (pochi) dati veri e indiscutibili con narrazioni a loro gradite e/o che "fanno notizia"... Limitandosi ai dati certi, quasi tutto è possibile...

Se ne è discusso molto ed ancora lo si fa circa la discendenza del cane dal lupo sembra che il cane discenda dallo sciacallo ...ma non si sa da dove discenda questo.

E' certo che la variabilità del cane (intesa come tipi di cane diversi) non è presente in nessun'altra specie eppure il 99% del DNA del cane e del lupo sono identici. Meno identico è il DNA mitocodriale che anzi è appena poco diverso di quello dello sciacallo e del coyote.

Altra particolarità è che il cane è stata addomesticato sia nel Nuovo che nel Vecchio mondo in quanto specie specie presente in ambedue i continenti.

Altro aspetto diversificante è l'impossibilità di addomesticare il lupo, ancora meno di una tigre o di un leone che almeno in un circo fanno ciò che vuole l'uomo. Se si prende un lupacchiotto e si cerca di farlo convivere con l'uomo esso ci adatta solo fino alla maturità sessuale, poi attacca l'uomo e fa di tutto per scappare.

Comunque l'archeologia e la biologia non forniscono dati permettenti di accettare o rifiutare la tesi della discendenza del cane dal lupo.

Una tesi plausibile afferma che il cane sia un discendente di lupo, sciacallo e coyote contemporaneamente essendo tutti questi interfertili. Un'esperienza riportata nel 2004 (Postel-Vinay) descrive un esperimento fatto da un genetista russo (Dmitri Belyaev) che in un allevamento di volpi argentate ha preso i soggetti che meno temevano l'uomo e li ha incrociati tra loro. Alla 18ma generazione i nuovi nati assomigliavano molto al cane (abbaiavano ed in più sono comparsi colori modificati,coda dritta, pelame variato, mantelli multicolori ed anche un carattere fisiologico: la femmina ha filiato due volte in un anno) , ed i piccoli hanno cercato l'affetto dell'uomo.

Ciò sembra dimostrare che gli effetti della domesticazione siano raggiungibili in relativamente poco tempo. Si giustifica ciò ammettendo una selezione genetica dovuta alla comparsa di geni dormienti che compaiono quando viene meno lo stress della vita selvatica. Dunque ciò che non riusciamo a dimostrare per il cane ed il lupo questo esperienza lo dimostra in una specie molto vicina. Si pensa, infatti, che non si conosca ancora pressochè nulla dei geni che reggono il comportamento ed il loro legame con l'ambiente.

Ancora una volta è dimostrato che la natura crea OGM (impliocanti molti geni) INCONTROLLATI e li accettiamo conme fosse una cosa normale, mentre abbiamo il terrore degli OGM creati dall'uomo e CONTROLLATI fin nei minimi particolari e che per giunta implicano un solo gene studiato e ristudiato.

poi ci sono i cani che mordono e quelli che non mordono. I primi discendono da mia suocera, e questa è cosa nota.

Franco ( veterinario ) , Ziocunél ha già centrato il problema : quanto può essere grande, ovvero quanti individui possono appartenere ad una comunità di cacciatori-raccoglitori ? Le risorse ambientali possiamo attribuirle a : caccia, pesca, raccolta di frutti e vegetali, tuberi compresi . La maggior possibilità di sostentamento di una simile comunità può essere data dalla pesca, specialmente se in prossimità di luoghi, bacini, ove la riproduzione dei pesci sia abbastanza attiva . La caccia, normalmente, finisce per giungere al quasi totale consumo delle risorse in breve tempo . I volatili, in caso di pressione venatoria eccessiva, si spostano velocemente in altri siti, la fauna di grossa taglia, data la bassa natalità, è la prima a giungere al collasso . Restano animali di piccola taglia quali roditori e poco più ma insufficiente al sostentamento di una grossa comunità . Per frutti e vegetali siamo dinnanzi al loro ciclo naturale, spesso di ritmo annuale e, poi della loro difficile conservabilità . Una comunità quale hai accennato, per essere abbastanza numerosa, deve aver avuto una concomitanza favorevole di basi alimentari veramente unica : pesca, caccia, frutti e vegetali con un ritmo riproduttivo eccezionale .

Articolo interessantissimo come sempre, complimenti Dario. Dell'autorità derivante dal camice bianco ne aveva parlato anche Salvo di Grazia negli stessi termini in un articolo di qualche settimana fa http://medbunker.blogspot.it/2016/07/medbunker-classic-ipnotizzati.html che è poi la ripresa di uno del 2011.

Il dietrofront di gava (volutamente minuscolo) è divertente, ancor più per me che vivo nella sua zona: non lo conosco di persona, ma di "fama", dato che da genitore, confrontandomi con alcuni colleghi e amici che ne tessevano le lodi, ero rimasto stupito della loro ignoranza.

@Alberto Guidorzi e Franco (Veterinario): sul fatto che il cane sia il risultato della domesticazione del lupo, ad oggi, non ci sono mica tanti dubbi eh. Poi si può discutere sul problema della datazione, delle modalità, del policentrismo, dell'apporto genetico di altre specie, ma che il progenitore del cane sia proprio il lupo lo confermano tutte le indagini più recenti.

Sembra molto probabile, ma non è certo, resta ancora da dimostrare pienamente.

Yopenzo è un single, lo sanno tutti. Compulsivo, aggiungo. Perplesso, aggressivo, proiettivo, bugiardo. Forse pentito, chissà? Così s'inventa una suocera mordace, per darcela a bere. Ma lo sappiamo parimenti tutti che le suocere (anche quelle svitzere!) uccidono con baci mortali e venefici, non con morsi volgari! Dunque, Yop desidera una suocera, che non ha, dolce come un coyote ululante. Qualcuno, qui, potrebbe regalargliela? poveraccio, dài...

Maledetta quella volta che ho accennato all’origine del cane: ora mi tocca spiegare! E’ un argomento che mi ha sempre affascinato e su cui ho scritto molto e tenuto anche delle lezioni all’IZSV e in corsi sulla Terapia Assistita (Pet Therapy). Sono andato a rivedermi il testo che distribuivo agli allievi, ma è troppo lungo (76 pagine più una trentina di foto e schemi) per postarlo integralmente. Riassumo, negli ultimi anni, vari ricercatori (C.Vilà; R.K.Wayne; P.Savolainen; F.Verginelli; A. Freeman, ecc.), , analizzando il DNA mitocondriale di varie razze di attuali cani, di varie sottospecie di lupi e confrontandole con reperti ossei ritrovati in insediamenti paleolitici e neolitici hanno individuato la prima domesticazione del cane in varie epoche (da 135.000 a 15.000 anni B.P.) tutte quindi precedenti il Neolitico. Queste ricerche divergono non solo sul “quando”, ma anche da “chi” sono derivati gli attuali cani. Sostanzialmente tutti si scontrano con alcune importanti contraddizioni comportamentali ed anatomiche tra gli attuali lupi grigi e quella degli attuali cani. A questo punto, permettetemi di auto citarmi e di postare una piccola parte di quanto ho scritto in passato: “ …tra le due specie esistono sostanziali differenze anatomiche riguardanti la testa ed in particolare la mandibola. Per esempio, le bolle timpaniche dei lupi sono grandi, convesse e quasi sferiche, mentre quelle dei cani sono più piccole, compresse e raggrinzite. Avendo un muso più lungo, la dentatura del lupo è relativamente più grande rispetto a quella di un cane di uguale taglia e si chiude perfettamente come una forbice, a differenza dei cani dove, con il muso più corto i denti sono più vicini (sono come “affastellati”) e non perfettamente coincidenti e trancianti. In particolare si riscontra una mal occlusione dei denti carnassiali: il primo molare inferiore ed il quarto premolare, adibiti a tranciare carne e tendini delle prede. Inoltre ai cani manca una ghiandola precaudale funzionante e vanno in calore due volte all'anno, mentre i lupi vanno in calore una sola volta l'anno. La Koler-Matzick fa inoltre notare che la caratteristica di “preadattamento” che avrebbero gli attuali lupi a causa della loro peculiare e forte socialità di branco, non è sempre valida. ………. …. Koler-Matzick, sulla base di queste osservazioni etologiche ipotizza quindi che gli antenati degli attuali cani non siano appartenuti ad alcune sottospecie europee, levantine o asiatiche dell’attuale lupo grigio, ma che siano stati piuttosto dei lupi appartenenti ad una sottospecie ora estinta con caratteristiche anatomiche già simili a quelle del cane: una specie di proto-cane. La specie che più corrisponde alle caratteristiche di questo “proto-cane” è esistita in Cina, dove nel 1934, in strati risalenti a 200.000 – 500.000 anni fa sono stati trovati i resti di un canide, denominato Canis lupus variabilis e che era molto somigliante agli attuali Dingo e Cane canoro della Nuova Guinea. A suo tempo, questi resti che dimostrano notevoli affinità al cane domestico, non solo per la taglia ridotta del tronco e del cranio, ma soprattutto per la caratteristica incurvatura del processo coronoideo della mandibola, erano stati classificati come una piccola sottospecie di lupo. Dato che l'affinità genetica basata sul DNA mitocondriale oltre che da una discendenza diretta può essere giustificata anche da un'origine comune da una terza specie, è probabile che sia gli attuali cani che gli attuali lupi discendano entrambi dal Canis lupus variabilis. A questo punto è inevitabile una domanda: questa sottospecie di lupo o protocane, era solo asiatico o era presente anche in Europa? ….…… Una risposta plausibile a tali perplessità è venuta da alcuni studi recenti su crani di canidi ritrovati in Europa. Nel 2002, in base ad uno studio morfologico comparativo, i due crani di canidi fossilizzati ritrovati nel sito di Eliseevichi nella Russia centrale e datati a circa 14.000 anni fa (Paleolitico Superiore) sono stati definiti come “cani dell’Era Glaciale”. Nel 2009, è stato fatto uno studio più approfondito non solo su questi due crani, ma anche su molti altri ritrovati in vari siti archeologici europei e si è giunti alla conclusione che si trattava di “cani paleolitici” morfologicamente e geneticamente distinti dai lupi che all’epoca vivevano in Europa. A differenza dei lupi coevi, questi crani erano infatti più corti, con palato e scatola cranica più ampio, naso più corto, mandibole massicce e dente carnassiale più corto e largo rispetto ai cani attuali. Tutta la mandibola di questi Cani Paleolitici è decisamente più massiccia rispetto a quelle dei lupi e con il bordo caudale del processo coronoidale arcuato. Questi Cani del Paleolitico erano leggermente più piccoli rispetto agli attuali lupi: una massa corporea media di 36-37 kg, comparata ai 42-44 kg dei lupi del Pleistocene ed ai 41-42 kg dei lupi attuali. A differenza dei lupi che cacciavano e mangiavano i bisonti, i Cani Paleolitici si cibavano principalmente di renne, come gli umani. Questi ultimi, con dentatura debole, si cibavano di carne cotta e lasciavano ai cani tutto il resto. Al culmine dell’ultima glaciazione due specie altamente specializzate trovarono quindi spontaneamente un’intesa per superare il momento più cruciale della loro esistenza. I cani paleolitici misero a disposizione il loro fiuto e resistenza nel circondare le mandrie di renne, ed i cacciatori umani misero a disposizione armi più potenti e che arrivavano più lontano per le uccisioni. In perfetto accordo poi dividevano le prede: agli umani le parti con più carne, ai cani, tutto il resto comprese le ossa. Usciti da questa fase climatica, la collaborazione continuò con successo in altri contesti ambientali, economici ed alimentari…….

Ziocunél, Hector, comprendo le vostre perplessità, (a suo tempo le ho avute anche io!) riguardo il fatto che la sedentarizzazione abbia preceduto l’agricoltura, ma circa 30 anni fa, durante un soggiorno di due anni in Giordania, ho avuto modo di fare l’archeologo (dilettante: il massimo che potevo fare era rimuovere gli strati superficiali, prima che arrivassero i professionisti) in alcuni siti Natufiani (Beidha) o Neolitici (Ain-Ghazal). Innanzitutto il clima, fino all’improvviso raffreddamento del Dryas Recente, era favorevolissimo: abbondanti piogge; fiumi e laghi dove ora c’è il deserto. Con una flora rigogliosa, la fauna lo era altrettanto, in particolare enormi branchi di gazzelle (G. gazella e G. subgutturosa); stambecchi, onagri; struzzi, orici, ecc. Presso alcuni “aquiloni” (grandi trappole costruite con muretti a secco lunghi anche chilometri e sfruttando il territorio lungo le vie di transumanza di queste specie selvatiche, si trovano enormi mucchi di ossa, frutto di secoli di caccia collettiva. Gli insediamenti prevalentemente stabili della cultura natufiana ( 12.500-10-200 BP) erano circa il doppio (100-120 persone) rispetto alle comunità prevalentemente nomadi della precedente Cultura Kebariana. Per il clima più caldo ed umido, vi erano enormi campi di cereali selvatici a disposizione. Lo testimoniano i falcetti di selce e mortai in pietra trovati in insediamenti (Beidha) precedenti l’agricoltura.

Caro Dario, sono biologa specializzata in Scienza dell'alimentazione, il problema è che troppo spesso spuntano "esperti" in nutrizione che alle spalle non hanno alcuna preparazione SCIENTIFICA in merito, tra questi molti sono medici. Questo interesse crescente quasi maniacale per l'alimentazione e il cibo probabilmente è dovuto alla smania di visibilità/profitto: quanto può far notizia dire di seguire la nostra dieta mediterranea (unico stile alimentare che può vantare un buon numero di pubblicazioni e prove scientifiche positive per la prevenzione di molte malattie) riducendo un po' le porzioni se si è in sovrappeso. Niente allarmismi, niente intolleranze, si può persino mangiare la pasta! Banalità inutili! Solo una nota: quanto è stato impegnativo e quante migliaia di persone sono state incluse negli studi per poter dire ciò...

Se non me lo sono sognato, su Le Scienze è stato pubblicato un articolo proprio sull'origine del cane. Quel che ricordo è che cane e lupo potrebbero derivare entrambi da un antenato comune e che probabilmente ci sono stati più reincroci.

Eppure sarebbe molto semplice... gli autori dei programmi dovrebbero sottoporre la scaletta degli interventi a "consulenti quotati". La cosa credo non si faccia con la precisa intenzione di provocare un minimo di rissa... fa più ascolti ! Basta spegnere, come faccio io (anatomopatologo) appena li si vede comparire.

Quanto ha lei di colesterolo LDL sig. Bressanini?

ussignur, non me lo ricordo. L'ultima volta che ho fatto le analisi, in primavera, era comunque dentro i limiti suggeriti

Per quanto riguarda le origini del cane domestico esistono solo ipotesi i risultati delle ricerche archeologiche e genetiche non hanno portato a conclusioni certe per cui questo fatto rimane tuttora un problema aperto. http://www.lescienze.it/news/2015/10/20/news/cane_domestico_origine_asia_centrale-2810746/

Franz, non basta postare il link di una delle tante indagini (ne ho contate 14 solo negli ultimi anni di simili a questa e tutte riportano dati discordanti sul quando e sul dove dell’inizio della domesticazione del cane) per confutare la querelle sull'origine del cane. Sostanzialmente tutte le ricerche di tipo genetico differiscono nel tipo di campioni analizzati e sulla base di questi si può già prevedere dove porteranno i risultati. Fintanto che i genetisti non impareranno a collaborare seriamente con gli archeologi, non credo si arriverà ad una soluzione. Tanto per restare in tema, un problema simile alle diatribe tra medici e chimici! Personalmente propendo per le prove archeologiche ed in particolare su una vera e propria “pistola fumante” che testimonia quanto l’inizio della coevoluzione tra cane-uomo sia iniziata già nel Paleolitico superiore. Questa prova la troviamo nella grotta Chauvet, la più bella ed interessante grotta paleolitica scoperta intatta (per decine di migliaia di anni l’accesso era rimasto ostruito da una frana) il 18 Dicembre 1994. Al suo interno sono state scoperte per una lunghezza di circa 50 metri le impronte affiancate di un bambino e di un cane. Che sia già un cane e non un lupo lo testimoniano le impronte dei polpastrelli anteriori che sono più arretrati rispetto a quelli del lupo. Varie altre prove le ritroviamo nei crani di proto-cani di Goyet (36.000 BP) o di Predmosti (32.000 BP) : uno dei tre cani ritrovati in quest’ultima località della Rep. Ceca era stato ritualmente sepolto con in bocca un piccolo osso di mammut: la preda principale per il gruppo di umani conviventi con i proto-cani.

Dato che al pari di altre specie domestiche (bovino; maiale, cavallo), anche per il cane è scomparsa la specie o la sottospecie da cui deriva, è del tutto comprensibile, che molti (compresi molti ricercatori) continuino ad attribuire l’origine del cane alla specie di canide vivente più simile (che con 14 sottospecie è diffuso in tutto il mondo) e cioè il lupo. Il noto etologo Konrad Lorenz, interpretando erroneamente alcune caratteristiche comportamentali di diverse specie di cani, negli anni ‘50 attribuì l’origine di alcune razze di Canis familiaris allo sciacallo (Canis aureus) e di altre al lupo (Canis lupus). Come solo i grandi scienziati sanno fare, nel 1970 ritrattò ufficialmente questa sua errata ipotesi. Altro suo errore riguardo il cane fu la sua interpretazione dell’evoluzione neotenica/pedomorfismo, che recentemente è stato definitivamente confutata sia da Coppinger (che per anni l’aveva sostenuta) che da Wayne. Quest’ultimo ha dimostrato che tutte le razze canine hanno lo stesso rapporto tra lunghezza del palato e lunghezza totale del cranio. Guidorzi accenna alla selezione genetica effettuato per un paio di decenni da Dmitri Belyaev su volpi argentate. In poche generazioni nelle volpi selezionate per essere mansuete verso l’uomo, comparvero macchie bianche, orecchie pendenti, coda arcuata o di lunghezza variabile: tutte caratteristiche assenti dal ceppo selvatico. Belyaev definì una “selezione destabilizzante” questa modifica di caratteri senza uno schema prevedibile in base alle leggi della selezione naturale. Contrariamente a quello che molti pensano, con l’attuale lupo grigio tutto questo non può però avvenire. Il motivo è semplice: quando il lupo maschio raggiunge la sua piena maturità fisica/fisiologica alla fine dei 2 anni di vita, inevitabilmente cerca di diventare il maschio alfa del branco e se il suo antagonista è l’uomo che l’ha accudito fino a quel momento, sono dolori: uno dei due o soccombe o deve andarsene. Nonostante tutte le leggende e dicerie sull’argomento, NESSUNO fino ad ora è mai riuscito nemmeno ad “ammansire” (figuriamoci addomesticare, che è un passo successivo) un lupo adulto.

I limiti sono molto "laschi" e non assicurano contro le cardiopatie, ad esempio. Se non è fra 30 e 60, non è ok. Quant'è allora?

Giovanni: mi perdoni ma mi sfugge il senso della domanda, comunque dovrei andare a cercare, ma il mio medico l'ha sempre trovato a posto, così come la pressione. Ho invece leggera bilirubinemia congenita, se può interessare

Se ti dicessi i miei limiti di colesterolo e trigliceridi da 40 anni a questa parte, quando ho scoperto una mia dislipidemia impallidiresti.

La differenza che può passare tra un chimico e un medico è simile a quella che potrebbe passare tra uno psicologo e un sociologo. Non è detto cioè che il profilo chimico- fisico di molecole e composti tracciati dai chimici, esaurisca tutto ľ arco delle conoscenze sugli stessi una volta che questi agiscono in un ambiente specifico e complesso come quello di un corpo umano. Forse il chimico troverebbe più giovamento parlando a un biochimico o con un farmacologo che predispone gli strumenti per i medici. Quanto alla rete ed allo status confuso dell'autorità delle informazioni circolanti vorrei far notare un aspetto spesso trascurato. Gli scienziati insistono giustamente affinché una affermazione sia da ritenersi valida solo nel momento in cui una ricerca scientifica sul caso sia stata condotta e accettata dalla comunità scientifica. Quindi anche diffusa. Una tale ricerca però ha bisogno di casi ripetuti e osservati e quindi di tempo. È evidente però che spesso tale ricerca parte dalla segnalazione di casi sporadici segnalati e degni da avviare una ricerca in quanto non ancora soddisfatti da spiegazioni scientifiche fin lì a disposizione. Ora, la rete ha portato a rendere questi casi spesso immediatamente conosciuti e diffusi molto prima che su di essi la ricerca scientifica possa affermarsi e definirsi con autorità' sul punto. In passato questo non succedeva perché erano solo una certe rete di pubblicazioni che rendevano pubbliche le informazioni a cui tutti solo si dovevano ottenere. I casi era cioè solo veicolati come segnalazioni ma controllati e veicolati ma non per questo erano ritenuti poco degni di essere già meritevoli di attenzione. Ora però non si capisce come mai questa latenza, che non c'è più per via della potenzialità della rete, scateni una crociata contro il caso che sarebbe solo misticismo e ignoranza. Che la rete dia la voce al caso non ancor inquadrato scientificamente rischiando di creare confusione tra gli status delle informazioni, non dovrebbe comunque lasciare aperta la curiosità e ľ attenzione verso ľ importanza delle eccezioni e delle anomalie che, tra ľ altro, hanno sempre fatto la fortuna della ricerca scientifica.

io sono un perito industriale, so di non sapere, me lo hanno insegnato a scuola Bell'articolo. f

Franco (veterinario) "Personalmente propendo per le prove archeologiche" le prove archeologiche non sono alternative alle prove genetiche ma sono complementari. Nessun ritrovamento archeologico potra mai stabilire con certezza quando fu addomesticato per la prima volta il cane.

nemmeno i dati genetici sono definitivi... purtroppo per troppe questioni diventano dominanti le "narrazioni", ed è per questo, e non tanto per le nuove scoperte, che pur ci sono, che le ipotesi cambiano così tanto e velocemente...

Guidorzi, Ma se hai valori elevati di colesterolo e di trigliceridi, mi auguro che tu li tenga sotto controllo farmacologicamente!

Certo ma non li riporto mai a valori accettabili.

Probabilmente sono un topo da laboratorio

Dimenticavo di dire che il mio problema sono i trigliceridi che quando sono elevati trascinano in alto anche il colesterolo.

Ultimamente va un po' meglio, ma non so trovare la causa: non ho cambiato le medicine e non ho cambiato la dieta.

@Alberto Come ti avranno detto, non trascurare di curare la malattia, anche se a volte può sembrare che il trattamento non funzioni. P.S. Non sei un topo da laboratorio: la tua patologia è presente nell'1-2% della popolazione (anche se accade spesso che non è intercettata e, quando è intercettata, non è riconosciuta).

Non c'entra nulla l'età di Guidorzi. Guidorzi ha una forma patologica ben precisa e definita, che si comporta nel modo descritto da Alberto.

Mikecas i dati genetici dipendono dal campione da cui sono derivati. Per quanto riguarda l'addomesticazione del cane questa può anche essere avvenuta più volte nel corso della storia. Alberto Guidorzi avere i trigliceridi e colesterolo alto non è necessariamente sintomo di una malattia.

@franz concordo con quello che dici, che rafforza la mia opinione che la narrazione al momento predomina sui dati sperimentali... e temo sarà così ancora per molto...

Infatti dopo un pancreatite nel 1983 ed un po' di attenzione (ma non una vera dieta) nel mangiare da allora (qualche sgarratina però me la sono sempre permessa)non sono morto ancora.

Alberto Guidorzi il colesterolo e i trigliceridi per la loro sintesi dipendono principalmente dal fegato e l'eccesso di questi può essere influenzata da una dieta scorretta e dall'abuso di alcol.

No Franz a me è stato detto che manca un enzima o non funziona a dovere. Infatti anche correggendo la dieta ed eliminando l'alcol i valori non calavano (neppure il digiuno aveva effetto).

Infatti i valori che mi procuravano la pancreatite dovevano essere oltre i 2000 (duemila) di trigliceridi, da quando li ho ho mantenuti sotto i 1000 mai più avuto pancreatite.

Alberto Guidorzi il pancreas ha la funzione di digerire i trigliceridi non di produrli.

Lo so bene ed infatti io gliene davo troppi da digerire,

Alberto Guidorzi vede che la dieta invece centrava.

Ciao Dario, da tempo Ti leggo ma solo ora ti scrivo. Perchè anche io solo un medico, ed anche mia moglie.

Qui il discorso si amplierebbe oltre l'immaginabile, per cui mi limito a dirti che purtroppo nella nostra categoria i cialtroni si sprecano, e con essi le bufale e le false credenze.

Non passa giorno in cui io non mi vergogni di essere iscritto nello stesso albo di cui fanno parte certi figuri, ma sempre più spesso non conta che prove si hanno a sostegno delle proprie teorie, ma di quale potere mediatico si goda. Il camice bianco è uno di questi. Peccato.

L'arroganza dei medici arrivati a infilarsi in un filone commerciale è, a mio parere, un comportamento criminale. Qualunque cosa gli prescrivi di dire/scrivere dietro adeguato compenso, essi scrivono e pontificano incuranti delle stragi che così provocano. Ne ho avuto luminosi esempi in consulenze tecniche di ufficio nel caso di vittime di incidenti o di malasanità. Uno per tutti: un CTU è stato capace di scrivere che l'indice di Apgar, 7 e 9 in scala 1min-10Max, di un neonato alla 35 settimana, cerebroleso per eventi successivi, era BASSO. Putroppo la radiazione dall'Ordine non è prevista. Caro Bressa, di fronte a cotanta ignoranza l'unica cosa da dire è "medice cura te ipse" e consultare il sito PubMed.

Ussignù, quanto scandalo sui medici!

Si parla di medici e i termini usati sono "arroganza", "comportamento criminale", "[...] pontificare, nella incuranza delle stragi che [essi] provocano", "cotanta ignoranza", "[peccato che non è prevista] la radiazione dall'Ordine"...

E poi tutto si esemplifica con un esempio "teribbile": un giudizio balordo su un punteggio Apgar! Wow!

Giovanni, lei dice che l'intervallo di riferimento di un valore sano di LDL è 30-60. Nei referti delle analisi l'intervallo è molto più ampio, la soglia superiore è 140. Qual è il motivo di questa discrepanza?

Ahi ahi caro Aristarco: ho specificato un certo tipo di medici cioè quelli che riescono a infilarsi in un filone commerciale. Quando suo figlio sarà rovinato da due medici di ospedale pubblico, unico sopravvissuto e altri cinque morti, ne riparleremo. Ma intanto cosa risponde al dott. Fantino?

@ Giovanni Fantino, senza la minima ombra di polemica, diomiguardi!, ma i cialtroni, ad uno ad uno, si incontrano in tutte le categorie, in tutte le classi, in tutti i mestieri, in tutti i settori. Tanti? Sì, troppi, troppi, troppi! Ciò che irrita me, e sicuramente anche tantissimi come me, è il fatto che "tra i medici", quelli che sono cialtroni, chissà perché, quasi godono di una sorta di immunità a prescindere. Almeno fino quando non vengono trovati con le mani nel sacco, sbugiardati palesemente e davanti a tutti. E, malgrado ciò, non di rado questi pseudo-medici continuano a professare, a dire, a fare, a catechizzare, a riprodurre le loro malefatte. La domanda iniziale, non troppo implicita, che ha fatto Bressanini è: ma perché questi "camici bianchi" hanno un così assorbente, violentemente assorbente, incautamente arrogante, potere mediatico? Eh? Questo è il punto. Vede, come ho dichiarato, io personalmente ho mille e un motivo per ammirare, cuore e cervello, i medici. Lo giuro! Ma s'è mai visto, ad esempio, che una categoria (magnifica!!) di lavoratori si chiami "Classe"? Che si autoproclami "classe medica", mentre non ho mai sentito né "classe avvocatizia", né "classe ingegneristica", né "classe insegnantistica", né "classe parrucchieristica" o "classe netturbinistica" o "ferrovieristica"... e così via fantasticando. Sono i medici stessi ad autoproclamarsi in tal guisa. Segno, secondo quel che temo e penso, di un' "autocoscienza" superfetata, di un ego (inconscio?) malato, di una presunzione di superiorità scientifico-morale, rispetto a tutti gli altri poveri mortali, che - in verità, scienza e coscienza - è, era, e rimane tutta da dimostrare. In conclusione, se non cominciate voi stessi medici a farvi uno spietato esame di coscienza, mettendo in discussione perfino la terminologia con la quale vi presentate (agli altri ma, ancor prima, a voi stessi), non ne uscirete mai. Vivi. E, mannaggia!, non di rado neppure i vostri pazienti ne usciranno vivi! Sù, date il via! Saremo felici di aiutarvi in questa auto-analisi profonda, spalla a spalla con voi. Se no, inutile parlarvi. Mi dispiace. E lo dico con rammarico ma anche con affetto, se mi crede. Ma...alla fine, se non vi convertite nell'animo, NOI (poveri scemi) non faremo prigionieri. Scherzo? Chissà?

Sì, ma... i gatti? Ho capito che dei cani non si sa tutto, ma i gatti? Mi hanno sempre affascinato, ma per motivi di lavoro non ne ho mai avuto uno mio.

NopeNope per quanto riguarda il gatto domestico si pensa che sia stato addomesticato 9000 anni fa nella mezzaluna fertile.

queenanna scrive testualmente che quando mio figlio (e in effetti, ho un figlio) sarà rovinato da due medici di ospedale pubblico, unico sopravvissuto e altri cinque morti, ne riparleremo. OK, queenanna! sono però convinto che il nostro confronto finisce qui, poiché non avremo più motivo di parlare.

A Giovanni Fantino dico che ogni cesto di mele, presenta una certa percentuale di marce. E non vedo motivo per pensare che la percentuale di mele marce nella categoria dei medici deve essere diversa da quelle di altre categorie.

Franco Cifatte costruisce invece una filippica sul fatto che si parli di "classe medica", attribuendogli chissà quale significato, come non si parlasse anche di "classe media" o di "classe impiegatizia" o di "classe operaia" o di "classe turistica" o di "classe politica" o di "classe lavoratrice", o di "classe borghese", ecc. ecc. ecc. Si aggiunga la considerazione - che giudico strampalata - secondo cui sarebbero "i medici stessi ad autoproclamarsi in tal guisa [cioè in termini di "classe medica"]" e ad avallare in modo deterministico tale modalità, nel senso che il linguaggio è deciso - in realtà - da tutti coloro che parlano la lingua italiana, e non da un cerchia ristretta di persone, che - in modo bizzarro - tende a vestirsi con un camice bianco.

Aristarco però c'è un piccolo dettaglio che lei non ha compreso o non vuole comprendere dalla classe medica dipende la vita della gente e quindi le mele marce in questo settore rappresentano un pericolo maggiore rispetto a molti altri settori.

Qualche volta mi viene il dubbio che aristarco mi legga il pensiero, ma la grossa differenza è che io non sarei in grado di esprimermi con la sua stessa eloquenza. Ciò non vuole in nessun modo sottintendere che le mie conoscenze siano al suo stesso livello. Eh! Magari....

@ Dario, aiutami. Non so bene se questo è il 3D giusto per postare questa domanda, forse mi condiziona un bias maligno, visto il titolo... Una mia amica mi dice che il suo medico le ha proibito di mangiare carne di pollo (che, pure, lei gradirebbe molto, per gusto), in quanto la carne di pollo conterrebbe "di per sé" troppi estrogeni che la farebbero stare male. E lei mi conferma che sta male, di conseguenza all'ingestione di pollame. Preciso, a scanso di equivoci: il medico non si riferiva ad estrogeni "somministrati" ai polli, bensì ad estrogeni, per così dire, naturali, spontaneamente presenti comunque nei polli. Mai sentito. Io sono molto perplesso. Qualcuno mi può illuminare?

@ Dario, sono in attesa... Boh?

Franco Cifatte gli estrogeni naturali sono presenti in ogni carne e anche nei vegetali.

Prova a chiedere alla tua amica se mangia derivati di soia, sono quasi sicuro che lo fa, ebbene nella soia vi è una concentrazione di estrogeni naturali in quantità tali che il pollo arrossisce.

Scusate, la domanda implicita è questa: è scientificamente provato e documentabile che la carne di pollo contiene estrogeni d'origine endogena in misura significativamente superiore alle altre carni d'uso comune? Se sì, aggiungo ancora, il delta è tale da giustificare l'indicazione dietetica del medico di cui sopra?

Tutti gli animali (e limitiamoci in età fertile) producono estrogeni endogeni. Le piante invece non avendone bisogno non li producono, ma producono sostanze (quasi sempre a fini di difesa) che nell'animale hanno attività estrogena (soia e molte altre leguminose.

. Il pollo non produce estrogeni a livello superiore agli altri animali e da questa punto di vista non è plausibile nessuna indicazione medica.

Forse quel medico è rimasto al capponaggio chimico, ma che è abolito dal DL 18/1992. Ora il capponaggio si esegue solo chirurgicamente. Comunque occorre mangiare capponi e non polli interi.

Forse quel medico che parla così poi se ne va negli USA in vacanza e si mangia delle belle bistecche? Se si sappia che in USA è ammesso somministrare ormoni ai bovini, ma ti assicuro che corre molti più pericoli colui che mangia o beve germogli o lecitina o latte di soia.

Ottimo articolo e fantastica citazione di Guccini

Solo una domanda, un medico abitualmente e' abilitato alla prescrizione di farmaci, un nutrizionista pure?

Rubo poco spazio per segnalare che in Italia ci si può laureare in Medicina e Chirurgia senza aver fatto l'esame di "Nutrizione Umana". Il problema è serio al punto tale che l'ADI (Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica), ha chiesto ufficialmente al Ministero di rendere obbligatorio un corso di Nutrizione umana nei 6 anni di formazione di base del futuro medico. Per inciso non si può diventare veterinari se non si supera "Nutrizione animale". Per cui dire "io sono medico" più che una dichiarazione di competenza, andrebbe letto al contrario.

Nessuno che commenta la radiazione di Gava?

mah, solo perchè è finito sui giornali. Aspetto di vedere se ora radiano qualche medico omeopata

Diciamo che dopo la radiazione di Gava sono tutti in fermento...che sia la volta buona?

http://www.medicofuturo.org/349-radiato-dall-ordine-perche-e-un-medico-che-pensa.html

comunque c'è qui un blog di Salvo di Grazia

la Radiazione di Gava genera un condensato di Bose-Einstein omeopatico

Dario Bressanini infatti Gava è anche un medico omeopata.

...ma non è per quello che è stato radiato franz. Quindi sarebbe potuto essere pure un un terrorista, un cartomante o un centometrista obeso ma il motivo della radiazione dall'ordine riguarda esclusivamente la sua conclamata posizione anti-vaccini. Da fin troppi anni. Era ora.......Alleluja!

Penso che Dario aspetti il giorno (del mai) in cui saranno messi alla porta i medici omeopati proprio per il fatto che somministrano finte cure a malati veri, con tutte le conseguenze che ne possono derivare.

Leggo solo ora questo post, quindi ho paura che non avrò risposte causa assenza dei partecipanti. Comunque ci provo. @Franco: parlando di salute delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori versus agricoltori primitivi, hai tenuto conto dei fattori confondenti? A me ne vengono in mente vari, di cui il più rilevante probabilmente sta nella differenza nella densità di popolazione. Comunità numerose e dense come quelle degli agricoltori sono senz'altro più soggette alle epidemie, le quali inoltre per un fattore evolutivo ben noto divengono più virulente. Bisognerebbe effettuare uno studio comparativo tra le comunità stanziali di cacciatori-raccoglitori e quelle di agricoltori primitivi (a parità di popolazione!), è stato fatto?

Fenace: effettivamente è una cosa che mi sono sempre chiesto anche io

Fenace Un fattore storicamente decisivo nella diffusione delle malattie è stato l'allevamento: molti patogeni colpivano inizialmente animali allevati e sono diventati in seguito infettivi per l'uomo (fenomeno dello spillover)

il problema per la maggior parte delle persone è riuscire a distinguere ciò che ha basi scientifiche da ciò che è fantasia, ipotesi pseudo-scientifiche etc... e non soltanto in campo medico.... io da poco stavo per seguire un corso ecm sull'alimentazione ma poi cercando informazioni sul relatore biologo nutrizionista ho letto "medicina olistica" e chiaramente ho rinunciato a priori... insomma se anche dal mondo scientifico, dalle università etc.. si continua a confondere le idee le persone che non hanno alcuna formazione scientifica non ci capiscono più un accidenti....qualsiasi cosa si dica o si scriva senza il supporto della comunità scientifica dovrebbe quantomeno essere messo in evidenza

@Andrea: ecco, un fattore confondente che non avevo considerato. Grazie

Ieri in Tv su una rete nazionale hanno mandato un servizio di una nutrizionista dicendo di evitare la macedonia perché si sommano i frutti con troppo zucchero. Amen!

Comunque alla dottoressa avrei chiesto semplicemente di spiegare al pubblico come cambiassero le formule di struttura del fruttosio transgenico. Avrebbe potuto fare qualche bel disegno per illustrale tali differenze!

eh, ma non sarebbe servito, il pubblico non è in grado di capire la parte tecnica

Ti do io la risposta. La formula di struttura? Ma è una cosa che si mangia?

Se poi il medico si definisce anche ricercatore indipendente allora oggi come oggi conquista il mondo (qualunque Cosa voglia dire indipendente).

Beh, fabio, una volta tanto non sembra pubblicità del solito sito di escort ...

Si potrebbe eliminare anche il mio commento? Messo lì non si capisce a cosa si riferisce ...

Il tuo ragionamento, non fa una piega

Non mi fido più del camice bianco da 10 anni a sta parte. Purtroppo non tutti sono degni di portarlo, figuriamoci di vantarsene di portarlo. Tra tutti i camici bianchi che ho passato, mi hanno fatto perdere un ovaio, subire il Morbo di Crohn e patire anni di sofferenze...quando le risposte stavano in quei camici bianchi da 120€ a visita! E anche lì, vai con zero fiducia, perché ormai sei agli stremi.

Che dire, bisogna saper valutare, anche da non medici, il metodo scientifico. Ho imparato negli anni a saper distinguere baggianate da cose vere, e mi sono informata da varie parti prima di fare qualsiasi cosa. Purtroppo le pessime esperienze insegnano sulla propria pelle, non posso che ringraziare la mia maturità scientifica per le basi di tutto, che mi hanno permesso di sviluppare un ragionamento scientifico e di saper distinguere tra il vero e il falso.

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